In/ARCH Sardegna assegna il Premio alla Carriera 2020 all’architetto Alberto Ponis e inaugura la mostra in suo onore alla Fondazione di Sardegna
IN/ARCH Sardegna e ANCE Sardegna nella cornice dell’evento “Premi In/Architettura 2020. La Sardegna premia le sue migliori architetture” del 26 settembre 2020. Hanno assegnato il Premio alla Carriera 2020 all’architetto Alberto Ponis. Nella stessa cornice è stata inaugurata la mostra “Alberto Ponis. L’architettura e i suoi strumenti” a cura di Paola Mura.
La mostra è visitabile gratuitamente fino al 25 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle ore 19. Presso la sede della Fondazione di Sardegna in via Via S. Salvatore da Horta 2, Cagliari.
La citazione di Celant
“L’arte crea uno spazio ambientale nella stessa misura in cui l’ambiente crea l’arte”. Germano Celant, Ambiente/Arte, 1979.
Riassumere una carriera, o meglio la ricerca di una vita, di un percorso personale e professionale, è compito quasi impossibile. Nella sua lunga attività di architetto Alberto Ponis ha progettato e realizzato oltre duecento residenze private, residenze collettive, edifici e spazi pubblici. Ha partecipato a numerosi concorsi d’architettura, ha scritto e pubblicato. Ha inoltre cercato, secondo le sue stesse parole, una qualche ricetta universale per una progettazione adeguata agli scenari naturali, quelli della Sardegna. In questi ha scelto di vivere e operare, anticipando i temi della ricerca sulla relazione fra architettura e ambiente/paesaggio.
Per lui è l’Ambiente che suggerisce all’architetto ciò che si può fare, ma soprattutto ciò che non si deve fare. E’ inoltre compito dell’architetto intrepretare e adattare le sue opere, le esigenze funzionali che deve soddisfare ai condizionamenti del sito.
La citazione di Germano Celant, del 1979, è contemporanea al momento iniziale più intenso della attività di Ponis in Sardegna. Parafrasata dall’associazione Arte/Architettura è sembrata particolarmente coerente con le sue riflessioni, allora non così frequenti nel dibattito architettonico. “L’architettura crea uno spazio ambientale nella stessa misura in cui l’ambiente crea l’architettura“.
L’architettura e i suoi strumenti
È sembrato perciò possibile trovare una chiave di lettura nell’intreccio ‘Arti&Architettura’, citando ancora Celant. Quello che è presente nella ricerca di Ponis e che è insita in una tradizione che data al Rinascimento, ancora molto viva nella prima parte del XX secolo. In questa l’architetto si forma, e la accoglie anche nella pratica successiva dell’architettura, insieme alle esigenze della modernità e all’evoluzione del dibattito architettonico.
Il suggerimento di ripercorre la ricerca di Ponis in questa chiave è derivato da una sua opera, inedita perché ancora in bozza, iniziata nel 2008. Non una architettura, ma una serie di quattro libri di arte e architettura, in cui egli intendeva riassumere il suo percorso.
I menabò di questi libri, progettati e composti a mano in un collage di disegni, fotocopie, note a margine, sono dedicati al Disegno, alla Pittura, alla Scultura, alla Fotografia. Sono questi i ‘Tools’ della sua ricerca. L’Architettura, quindi, e i suoi strumenti.
Il Disegno, la Pittura, la Scultura e la Fotografia
È emersa in Ponis una riflessione e una pratica innestata sull’uso di tutti i mezzi espressivi. Questi reciprocamente si alimentano e alimentano la ricerca della forma architettonica.
Si parte dal Disegno, a mano e di studio, prima ancora che tecnico. Fissa sul foglio i dettagli più puntuali necessari per costruzione mentale del progetto, nella necessità di immaginare la costruzione prima di toccare il terreno. Poi c’è la Pittura, il cui soggetto è sempre il paesaggio in cui ha vissuto e operato, quadro sotto i suoi occhi. E l’acqua, elemento che lo ha sempre attirato e che lo attrae per la sua capacità di dare struttura architettonica all’opera pittorica.
O ancora la Scultura, in cui menziona i maestri Boccioni e Brancusi, e le suggestioni del paesaggio dei graniti di Gallura. Sassi scolpiti dal vento e più volte disegnati, memore forse anche delle ricerche di Arturo Martini. Egli collaborò attivamente con la M.I.TA., l’azienda tessile del padre. Questa produsse fra gli anni 30 e 70 gli arazzi e tessuti di artisti straordinari quali Fortunato Depero, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giò Ponti, Mario Sironi.
Infine, la Fotografia, strumento di indagine e testimonianza visiva. La sua rielaborazione può divenire suggestiva di un ‘quadro’ che ancora non esiste. Quadro che può essere sulla tela ma anche ‘dipinto’ nel paesaggio attraverso l’architettura.
L’opera
Sulla scorta di queste riflessioni dello stesso Alberto Ponis, è ripercorsa quindi la sua opera, introdotta dal grande pannello del menabo’ del suo libro. Storie di case e ambiente (2003). Dalle Fotografie delle prime Residenze nel paesaggio di Punta Sardegna fra gli anni ’60 e ’70. Qui testimoniate nel bianco e nero che accentua la relazione fra i volumi del costruito e gli elementi naturali, e il valore espressivo di luci e ombre nell’architettura.
La sezione Disegni comprende gli studi a colori per il percorso dello Yacht Club di Porto Raphael. Insiste sull’importanza dell’osservazione e della restituzione attraverso il disegno del percorso ideativo e compositivo, ma è evidente anche la ricerca formale nel segno e nel colore.
Quindi la Pittura: otto opere dipinte a olio su tela fra gli anni ’80 e’90, dedicate ai paesaggi di Nervi e Bonifacio. Scenari astrattizzati, ma ben presenti e sfondo della vita e dell’opera di Ponis, nei quali è evidente, oltre la ricerca cromatica, nei colori complementari a quelli del reale, la ricerca fra figurazione e astrazione.
Infine, la sintesi nell’Architettura della Casa Cirillo, realizzata nei primi anni ’90. Presentata attraverso la documentazione completa di schizzi, disegni a colori di analisi e progetto, fino ai disegni tecnici per ottenere il permesso di costruire. Non solo l’edificio, i suoi spazi interni, il connettivo e gli snodi fra i volumi, memori degli stazzi. Ma l’intero paesaggio con le sue emergenze, viste e percorsi, acqua e il cielo, a dettare ciò che si può fare, a comporre uno scenario unico con l’architettura.
La biografia
Alberto Ponis è nato a Nervi, Genova nel 1933. Cresce a contatto con alcuni fra i maggiori artisti e designer dell’epoca. Suo padre, Mario Alberto, fonda a Nervi nel 1926 la ditta M.I.T.A, specializzata nella produzione di tappeti, tessuti e ‘arazzi d’artista’. Si avvale della collaborazione di Giò Ponti, Arturo Martini, Tomaso Buzzi. Paolo Buffa, Fortunato Depero, Mario Sironi. Arnaldo e Giò Pomodoro, Luigi Vietti, Emanuele Luzzati.
Si iscrive nel 1953 alla Facoltà di Architettura a Firenze, dove aveva passato gli anni della guerra. Sono suoi docenti gli architetti della scuola toscana, allievi di Giovanni Michelucci: Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, Giuseppe Gori. Impegnati allora nella ricostruzione di Firenze con forme e linguaggi nuovi. Si laurea ‘con lode’ nel 1960 e subito dopo parte per l’Inghilterra.
Dal 1960 al 1964 collabora a Londra con Ernö Goldfinger e Denys Lasdun, apprendendo la lezione e l’influenza dei movimenti modernisti e brutalisti, allora dominanti la scena britannica. Inoltre approfondisce la relazione fra il concetto di paesaggio e la pittura, le suggestioni dell’architettura vernacolare.
Nel 1963 arriva in Sardegna, in Gallura, luogo incontaminato e di straordinaria bellezza, al seguito di un gruppo di investitori inglesi. Avvia qui la sua attività di progettista, a Palau, al tempo piccolo porto d’imbarco per La Maddalena. Da allora lì risiede, forse unico fra gli architetti che operano nelle zone di sviluppo turistico nel nord della Sardegna, ad abitare sul luogo.
Gli elementi naturali
Ponis è affascinato dalla bellezza della natura, dalla morfologia delle rocce in granito, scolpite dal vento. Dalla vegetazione della macchia mediterranea, dalla straordinaria morfologia della costa. Sono luoghi allora pressoché disabitati: gli insediamenti rurali, destinati alla conduzione dei fondi, sono gli ‘stazzi’, semplici architetture fatte di una o più cellule rettangolari, accostate.
Gli elementi naturali, la morfologia del terreno e della costa, la vegetazione. Le viste verso il paesaggio mediterraneo diventano elementi dei suoi progetti di architetture residenziali. Si posano sul terreno accompagnandone le forme, accostandosi o inglobando in esse massi, alberi, con le aperture rivolte verso le viste più suggestive.
Le forme dell’abitazione di Ponis sono sia organiche, quasi scultoree, come nelle prime abitazioni, sia derivate dall’adattamento dello stazzo gallurese. La cellula, elemento base, viene accostata a comporre forme complesse in cui il connettivo diventa snodo fra l’architettura e la natura. Ciascuna casa è una nuova esperienza, in considerazione della natura dei luoghi e del paesaggio, dei caratteri e delle esigenze di chi la abiterà, delle necessità costruttive, realizzata avvalendosi sempre di costruttori e materiali locali.
Punta Sardegna, Porto Raphael e Costa Paradiso
Punta Sardegna, Porto Raphael e Costa Paradiso – questi sono i nomi dati negli anni ’60 e ’70 agli insediamenti in luoghi fino ad allora non abitati, che ospitano le prime architetture di Ponis. Case, non ville, viste le dimensioni, spesso celate alla vista dalla macchia mediterranea in cui sono immerse.
Disegna incessantemente i luoghi e le architetture, misura e conosce con profonda precisione e dettaglio ogni sito su cui insiste la sua costruzione. Accosta all’architettura la pratica della pittura, strumento e stimolo della sua attività di architetto.
Lo studio ha presto numerose commesse: pochi anni dopo, in associazione con Aldo E. Ponis (urbanista) e Annarita Zalaffi (ingegnere), si occuperà di edilizia residenziale, edilizia pubblica e urbanistica, con sedi a Palau, Roma e Genova. Alle architetture residenziali private, oltre 200 abitazioni, si aggiungono i progetti per i complessi residenziali. Il più noto fra questi è Stazzu Pulcheddu, a Palau.
Progetta e realizza anche infrastrutture per il turismo, dallo Yacht Club di Porto Raphael, nel 1965, al Tennis Club della Maddalena, a numerosi edifici e opere pubbliche. È consulente per la pianificazione turistica e ambientale per le società Italconsult, Tecneco, Fosweco, Fininvest, Bonifica. La sua attività di progettista per insediamenti turistici lo vede impegnato in Tunisia e in Egitto. Partecipa a numerosi concorsi d’architettura. L’interesse per il suo lavoro, in Italia e all’estero, è testimoniato dalle numerose mostre e pubblicazioni a lui dedicate.