Autunno Danza a Sa Manifattura 3 serate con i casi di studio di Fuorimargine
La ventiseiesima edizione di Autunno Danza prende l’avvio con Fuorimargine, progetto a sostegno della creatività giovanile, a Sa Manifattura. Questa prima fase del programma propone al pubblico due casi di studio, legati al progetto di sostegno della creatività giovanile. Il primo artista è un partecipante della precedente edizione, che aveva elaborato una originale performance legata all’ex fabbrica di tabacco cagliaritana. Il secondo è un artista sardo che ha ottenuto residenze e eleborato progetti di ricerca in tante parti del mondo; tra Stati Uniti, Canada e Europa.
Stasera, venerdì 2 ottobre, alle ore 21 a Sa Manifattura con lo spettacolo Spogliati della compagnia Tommaso Giacopini
Spogliati ha come punto di partenza il desiderio di parlare del valore del consenso, inteso come permesso e conformità di voleri. In un mondo contemporaneo in cui la realtà viene coscientemente distorta per conseguire i propri obiettivi, Spogliati intende riflettere sulle conseguenze dei consensi, concessi o negati che siano. Il fitto sistema di leggi votato alla protezione dei deboli può trasformarsi in uno strumento di taglio, con false accuse e menzogne.
Tutto è concesso nei giochi di potere, sia su scala della politica internazionale sia nelle storie tra individui. E in questo caso è proprio la storia di un uomo che si vuole rappresentare, una persona comune nella quotidiana lotta tra il desiderio e l’aspettativa. Nonché con il proprio bagaglio ereditario comportamentale, cioè l’attitudine a ripetere schemi che ha subito e vissuto, inconsapevolmente. Rendendosi conto che le sue azioni si ripercuotono in conseguenze che possono affliggere il benessere degli altri, l’uomo prova terrore ad agire, in qualsiasi direzione; per non dover sopportare la vista di altri soffrire e doversi assumere la responsabilità delle proprie azioni, dei propri desideri.
Sabato 3 ottobre, ore 21 e domenica 4 ottobre, ore 19 si prosegue a Sa Manifattura con Alessandro Carboni che mostra Compost# 4 e Compost#5, tappe del processo creativo del nuovo progetto Context di Alessandro Carboni
I Compost esplorano, come un processo organico, gli appunti di lavoro, i materiali, gli studi, gli elementi teorici e gli sviluppi pratici del lavoro. I Compost vogliono essere delle riflessioni discorsive e performative che portino a un aumento della comprensione e a un arricchimento della visione, aprendo continuamente nuovi punti di vista e di osservazione sul progetto e sui suoi elementi costitutivi; in una sorta di focalizzazione multipla che raccolga anche i dettagli, le parti di ‘scarto’, le minuterie. Una mistura di materiali organici residuali che nutrano il terreno e inneschino a loro volta altre possibilità, nuove forme. L’idea è di articolare un discorso prismatico che incarni il processo creativo di Context; strutturato da processi e formati che abitano linguaggi diversi, dal visivo al performativo, dal testuale al sonoro.
La natura stessa di Context è infatti quella di essere continuamente ridefinito dagli elementi che ne fanno parte. Il metodo di lavoro è una pratica combinatoria e processuale che permette al progetto di trasformarsi e prendere costantemente nuove forme a seconda dei punti di vista dal quale osserviamo il progetto stesso.