Discoteche chiuse:gestori e lavoratori dell’intrattenimento abbandonati dalle istituzioni
Favorevoli alle discoteche ancora chiuse per decreto, ma i gestori e i lavoratori dell’intrattenimento sono stati completamente abbandonati dalle istituzioni e questo è inaccettabile. Nei prossimi provvedimenti si preveda tutto il sostegno necessario per sopperire alla chiusura prolungata. Troppe aziende resteranno chiuse per sempre e chi avrà la forza per rialzarsi lo farà in modo lento e confuso.
L’appello di Martino Spera
“È fuori discussione lo sforzo rilevantissimo effettuato dalle imprese del nostro settore- evidenzia Spera- dirigente del settore Commercio e Turismo di Conflavoro Pmi. Mentre il resto del Paese si rimette faticosamente in moto, al settore dell’intrattenimento si continua a chiedere di restare fermo per ragioni che siamo i primi a comprendere e condividere. Non lottiamo per riaprire le nostre discoteche, al contrario, si potrebbe dire che noi lottiamo per restare chiusi. Siamo consapevoli che ciò non sia al momento possibile, per quanto ciascuno di noi desideri tornare alla normalità.
Le aziende del mondo del divertimento e dello spettacolo, quindi, per Conflavoro hanno il dovere di rimanere chiuse. Hanno altresì il diritto di essere aiutate.
“In un contesto in cui lo Stato resta assente – sottolinea Martino Spera – il sistema bancario eroga liquidità con tecniche discutibili, cercando di assicurarsi il recupero di gran parte dei finanziamenti concessi in periodo pre Covid-19.
Le proposte dei lavoratori
In un momento tanto difficile aspiriamo non solo ad aiuti economici a fondo perduto, ma anche ad importanti interventi normativi. Così, ad esempio, in materia di affitti, gli strumenti vigenti appaiono inadeguati. Le attività commerciali chiuse per decreto da mesi non possono accontentarsi del solo credito d’imposta del 60 per cento.”Tasse e imposte – conclude il dirigente Conflavoro – dovrebbero essere sospesi per tutto il 2020″.
È difficile accettare che debba spettare ai giudici di merito adottare decisioni che forzano il diritto vigente. Anche quando rispondono a ragioni di equità e giustizia sociale, sono instabili, imprevedibili e rischiano di essere riformate.