Piriciò, domani 13 Ottobre ore 19 al teatro Massimo di Cagliari
Piriciò, ai microfoni di unica Radio Giuseppe Onnis della compagnia teatrale “Teatro Tragodia“. Il gruppo è nato ben trentaquattro anni fa e la sua ultima opera è per l’appunto Piriciò, che andrà in scena domani 13 Ottobre alle ore 19 al Teatro Massimo di Cagliari.
Il termine “Piriciò” si riferisce a un vinello leggero molto annacquato e simile a mosto che il protagonista consuma in enormi quantità. Per questo si aggiudica questo soprannome. L’opera, ambientata intorno al 1500, si ispira al capolavoro di Moliere “Medico per forza” e tratta di un uomo costretto dalla moglie a improvvisarsi e farsi passare per medico, per far quadrare i bilanci famigliari.
L’opera in lingua sarda e il lockdown
Giuseppe ha spiegato che Piriciò ha visto la luce durante i mesi del lockdown, nei quali gli eroi del momento erano medici e infermieri. L’emergenza Covid ha modificato profondamente il modo di fare teatro, sia per quanto riguarda l’aspetto economico, sia quello di contatto con il pubblico. I mesi di chiusura totale delle attività sono stati simili a una galera per gli attori, che hanno ripreso a lavorare solo nel mese di Giugno. Nonostante la tematica che tratta lo spettacolo non ha però direttamente a che fare con la pandemia.
Lo spettacolo è totalmente in sardo con il fine principale di utilizzare e valorizzare quella che è una lingua, considerata erroneamente un dialetto dalla maggior parte delle persone. Più volte il gruppo ha messo in scena opere della tradizione classica riattandole alla lingua sarda, intesa come mezzo per comunicare. La preparazione di un’opera di questo genere dura diversi mesi e richiede per questo molto lavoro. Il gruppo Teatro Tragodia grazie alle diverse mansioni svolte dai suoi componenti, è quasi completamente autonomo e quindi in grado di autogestirsi nella produzione.
Navighiamo a vista in mezzo alla nebbia
“Navighiamo a vista in mezzo alla nebbia” in questo modo Giuseppe Onnis ha definito la fase di incertezza lavorativa ed economica che si vive in questi mesi a causa dell’emergenza da Covid-19. C’è preoccupazione nella sua voce, ma anche la voglia di andare avanti con il suo lavoro e dare speranza alle persone.
L’artista, così come tutto il gruppo, si augura che lo spettacolo possa portare alle persone un po’ di leggerezza e serenità. Sebbene dietro i sorrisi vi siano sempre importanti riflessioni, Giuseppe spera che il suo lavoro possa portare gioia e spensieratezza. A maggior ragione in questa difficile fase della nostra storia.