Abbiamo intervistato il regista Matteo Loglisci per parlare di “Medea”, lo spettacolo in programma venerdì 16 ottobre in occasione della Biennale del Teatro in Sardegna
Ai microfoni di Unica Radio Matteo Loglisci, regista teatrale, ci parla di “Medea”, in programma venerdì 16 ottobre al Teatro Massimo. Lo spettacolo è in collaborazione con l’associazione Ticonzero e si inserisce all’interno del nuovo progetto di Sardegna Teatro, la Biennale del Teatro di produzione in Sardegna, che costituisce un’occasione per osservare lo stato della produzione teatrale in Sardegna.
“La mia passione per il teatro nasce dalla più tenera età ed è legata ai contesti scolastici. Partendo da questa passione infantile, ho ritenuto opportuno dedicarmi in maniera più approfondita all’arte teatrale: prima di essere un regista, infatti, sono un attore.” Il regista racconta così com’è nata quella passione che, in seguito agli studi all’Accademia del Teatro Arsenale a Milano, lo ha portato a realizzare numerosi spettacoli e collaborare con diverse associazioni culturali.
Una di queste è proprio Ticonzero, con cui ha collaborato per la produzione di “Medea”: “La collaborazione con Ticonzero è nata qualche tempo fa in seguito alla conoscenza del presidente Daniele Ledda, con il quale ho avuto modo di collaborare ad altri progetti. Grazie alla sua Associazione abbiamo avuto modo di mettere in atto altri spettacoli, come “L’ultima sigaretta con Gramsci”, e presentare un recital inerente all’allunaggio, “Sleeping on the moon“, in occasione del festival SA MANIfest, in cui ho avuto inoltre l’occasione di collaborare con il musicista Andrea Balia.”
Organizzare uno spettacolo al tempo del Covid-19, ci racconta Loglisci, “è decisamente molto complesso. Il teatro è fatto di contatti fisici, di socializzazione. L’epoca drammatica che stiamo vivendo mette non pochi bastoni fra le ruote, però la buona volontà e la passione alla ricerca del bello sono un forte motore per scardinare anche queste difficoltà.”
La collaborazione con il Liceo Classico De Castro di Oristano
“Medea” è il risultato di una collaborazione con gli studenti del Liceo Classico De Castro di Oristano, liceo frequentato dallo stesso regista. Riguardo questa collaborazione, Loglisci ci racconta: “in seguito alla mia esperienza milanese di formazione, ho per svariati motivi ritenuto necessario tornare sulla mia isola. Ho avuto modo di contattare il Liceo De Castro, e da circa 4 anni a questa parte ho iniziato una serie di laboratori inerenti al dramma antico.
Con gli studenti abbiamo lavorato ad altri spettacoli, quali l’Edipo Re o l’Antigone di Sofocle. Al terzo anno, infine, abbiamo avuto modo di lavorare sulla Medea di Euripide: questo nostro lavoro ci ha portato a partecipare al Festival Internazionale del Dramma Antico a Palazzolo Acreide, e così con grande gioia siamo riusciti a valicare i confini strettamente scolastici. Con una certa soddisfazione possiamo dire che questo spettacolo è già alla quindicesima replica.”
La forza dei giovani
Alla domanda “quali sono le differenze tra la vostra Medea e la Medea di Euripide?”, il regista risponde: “lavorare su un testo classico come la Medea può essere esclusivamente deleterio qualora si voglia dare una interpretazione soggettiva. Questo perchè all’interno dei classici, a parere mio, è presente già lo spettro di tutte le emozionalità e dinamiche sociali umane.
Si distingue quindi solo dal fatto che a prender parte a questo soggetto sono dei giovani attori. Ciò potrebbe far storcere il naso ai più, perchè la tragedia greca è di per sè un ambito molto maturo per quanto riguarda l’attorialità. Ma, citando D’Annunzio a proposito della sua opera La figlia di Iorio: “Per rappresentare una tale tragedia son necessari attori vergini, pieni di vita raccolta”. La scorza dei giovani, nel nostro caso, penso sia una spinta propulsiva notevole per mettere in evidenza una gamma di sentimenti così ampia.”