Sentirsi senza toccarsi, intervista a Massimo Melis
Il grande leviatano uno studio dal Moby Dick. Questo è il titolo dello spettacolo della compagnia Neroteatro che si esibirà il 19 Ottobre al teatro Massimo di Cagliari. A microfoni di Unica Radio Massimo Melis.
L’idea dello spettacolo “Il grande leviatano” è nata innanzitutto dalla lettura del famoso libro “Moby Dick”. Tra i tanti aspetti che l’opera propone quello che ha avuto maggiore rilevanza è stato quello dell’ossessione. In particolare quella per il colore bianco, nel libro c’è infatti un’intero capitolo dedicato al candore della balena. Lo spettacolo, secondo l’artista, è coinvolgente drammatico e allegro. Benché i termini si concretizzino di fatto in quello che si definisce un ossimoro, rendono senz’altro l’idea dello spessore dell’opera.
Moby Dick è un romanzo epico simbolo per gli Americani, simile a ciò che per noi rappresenta la Divina Commedia di Dante Alighieri. Moby Dick è una fonte incredibile di metafore. Per esempio quella della modernità, della paura del diverso e del nuovo, il rapporto con ciò che va oltre le nostre possibilità. La frase centrale del libro e di conseguenza dell’opera è “colpirei il sole se il sole mi offendesse”.
Per uno spettacolo di questo tipo è necessaria una preparazione lunghissima e spesso i tempi teatrali imposti non sono sufficienti per il lavoro. Un dettaglio particolare dello spettacolo è la centralità della figura femminile, infatti la maggior parte delle persone che ci lavorano sono donne.
Il modo di fare teatro è cambiato profondamente. Sia per le modalità di contatto in scena, sia per i rapporto col pubblico. Ci vuole in questa fase un’unità di gruppo che passi attraverso il sentirsi senza toccarsi con un contatto di sguardi. Il teatro è un lavoro fisico e si sono dovuti cercare numerosi compromessi, ma la passione è più forte del Covid-19.
L’artista si augura un incontro e un contatto sempre maggior con il pubblico. Senza pubblico non ha senso nulla.