Contagi in lieve calo, tamponi a cittadini in laboratori pubblici. Situazione critica per lo sport nell’isola
In Sardegna i posti letto allestiti e dedicati ai pazienti Covid sono 255 in totale. Di questi, 198 sono occupati, di cui 172 in degenza ordinaria e 26 in terapia intensiva. Restano quindi a disposizione rispettivamente 43 e 14 posti da sfruttare in caso di necessità, mentre il piano di contenimento varato dall’Esecutivo prevede l’attivazione al bisogno fino a un massimo di 402 posti letto. Sono i numeri sull’ospedalizzazione nell’Isola sui quali ha riferito in Aula l’assessore della Sanità Mario Nieddu.
La situazione dei positivi ad oggi
Contagi oggi in lieve calo: sono infatti 122 i nuovi positivi rispetto ai 157 di ieri, con un incremento di 2.158 tamponi. I decessi sono invariati: 168 in tutto. Aumenta invece il numero dei pazienti ricoverati: +26 in terapia intensiva e +8 in non intensiva. Da oggi novità sui test: la Regione ha dato il via libera anche ai privati cittadini di rivolgersi ai laboratori pubblici per sottoporsi al tampone molecolare, ai test anticorpali e sierologici, ma solo su prescrizione medica. Il servizio è a pagamento, da 7 a 65 euro. Si registra poi una stretta in un comune del sud Sardegna a causa dell’impennata di contagi: il sindaco di Samassi Enrico Pusceddu ha firmato un’ordinanza con cui sospende l’attività didattica nelle scuole fino al 18 ottobre, e impone il divieto di sosta per i pedoni nelle piazze, aree verdi, parchi e parcheggi sino al 21.
Nello sport
Il Covid irrompe anche nello sport: il tennista azzurro Fabio Fognini, n.16 Atp, impegnato al Sardegna Open di Santa Margherita di Pula e dato per favorito alla vittoria, è risultato positivo. Al suo posto è stato ripescato in tabellone come lucky loser il serbo Danilo Petrovic, n.166 del ranking.
“Sono già in isolamento e sono convinto che mi rimetterò molto presto. Vi abbraccio tutti”, scrive sul suo profilo Instagram.
Non solo tennis: proibita dal decreto del ministro Spadafora S’Istrumpa, l’antichissima lotta sarda che grazie al riconoscimento del Coni è diventata un vero e proprio sport.
Questa disciplina di contatto è stata messa al tappeto dal Covid. “Uno stop che non fa una grinza – spiega Giampiero Columbu, ex lottatore e attuale presidente della Federazione di Ollolai – ma così rischiamo l’estinzione”.