E’ morto Enzo Mari: aveva 88 anni il padre del design italiano e tra i più grandi del Novecento
Nato Novara nel 1932, Enzo Mari aveva sviluppato la sua formazione con gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Milano. In parallelo, un’intensa attività artistica, con mostre personali e collettive in gallerie e musei di arte contemporanea. Nel corso della sua carriera, ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Triennale di Milano.
La notizia della sua morte è arrivata a pochi giorni dall’inaugurazione di una grande mostra retrospettiva sui suoi lavori, alla Triennale di Milano, dopo i rinvii per la pandemia. Presentando la mostra, il presidente della Triennale Stefano Boeri aveva descritto Mari come un intellettuale europeo che ha costruito un “percorso straordinario dove i confini tra le discipline sfumano e prevale la passione, il rigore, un impegno etico fuori dal comune”.
Fondamentale è stato anche il contributo teorico di Mari, che ha dato contributi sia in termini di estetica e funzionalismo sia nel campo politico, da vero e proprio attivista culturale. Tanto che Alessandro Mendini, altro protagonista assoluto della scena del design italiano scomparso da poco, aveva dichiarato che “Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa”. “Ciao Enzo. Te ne vai da Gigante”, le parole con cui ha dato l’annuncio Boeri. “Mari è la coscienza di tutti noi”
Caratteristica della sua opera è stata la continua ricerca e sperimentazione di nuove forme e significati del prodotto. Non solo, anche in contrapposizione con gli schemi tradizionali del disegno industriale. Tra gli oggetti disegnati da Mari le sedie Soft Soft (Driade) e Delfina (Rexite), premiata nel 1979 con il Compasso d’Oro, l’imitatissimo tavolo Frate per Driade o la sedia Tonietta di Zanotta.