Venerdì 23 ottobre, alle ore 16:30, il primo appuntamento con il Seminario “La città Cosmopolita”.
Posizioneremo il nostro sguardo su Cagliari e su alcune “tracce di cosmopolitismo urbano” insieme a Gianluca Gaias e @Nicola Melis Primo appuntamento con il seminario permanente “La città Cosmopolita”, alle 16:30 in diretta su Teams. Cos’è il cosmopolitismo? In che modo possiamo parlare di cosmopolitismo, oggi, nelle nostre città e nei luoghi che abitiamo e viviamo? Parleremo di Cagliari e di alcune “tracce” di cosmopolitismo urbano, insieme a Raffaele Cattedra, Gianluca Gaias e Nicola Melis. Il link per seguire il Seminario su Teams si trova sulla locandina o nella pagina dedicata all’evento. Verrà riconosciuto 1 CFU agli studenti che invieranno entro il 15 gennaio una relazione scritta di max 3.000 battute per appuntamento a eleonora.todde@unica.it. La pagina facebook del progetto è www.facebook.com/NarraMi2020.
Cosmopolitismo è un termine che deriva dal greco κόσμος (kósmos), cosmo, universo ordinato, mondo e πολίτης (polítēs), cittadino. Chi sostiene il cosmopolitismo, cioè il cosmopolita, considera se stesso “cittadino del mondo”. Questa espressione venne usata per la prima volta da Diogene di Sinope che si definiva come ϰοσμοπολίτης (cosmopolita) a chi gli chiedesse quale fosse la sua patria. L’uso del termine si diffuse in Europa soprattutto durante l’Illuminismo comparendo nel titolo di numerose opere pubblicate in quel periodo. Per cosmopolitismo si intende la teoria per cui il cosmopolita mette da parte le differenze sociali e politiche tra gli stati e le nazioni.
Questo termine può significare:
- che ci si riferisce alla spontanea razionalità della naturale condizione primigenia dell’uomo caratterizzata dall’assenza di qualsiasi istituzione che voglia regolare la sua vita (come nel mito illuminista del “buon selvaggio”);
- oppure che l’individuo si ritiene facente parte di un organismo statale universale realmente esistente (ad esempio: un impero universale) o di una formazione unitaria ideale (ad esempio: l’appartenenza alla comunità sovranazionale degli scienziati) dove ognuno può eventualmente conservare, in seconda istanza, la sua distinzione nazionale.