Voz latina

Ensemble Voz Latina, “Caravelle della Musica”

Sabato 24 ottobre alle 20.30, appuntamento con un concerto unico e in prima assoluta in Sardegna.

“Caravelle della musica” di Ensemble Voz Latina, sabato 24 ottobre alle 20:30. La Chiesa di Santa Maria di Betlem ospita un concerto unico e in prima esecuzione assoluta in Sardegna. L’Ensemble “Voz Latina” condurrà il pubblico tra vecchio e nuovo mondo nello spettacolo “Caravelle della musica”.  Il programma del concerto è articolato in due sezioni. La prima è dedicata allo stretto rapporto tra poesia e musica del periodo del Siglo de Oro. La seconda è incentrata sul culto della Vergine Maria, simbolo della devozione popolare che ha favorito l’intreccio tra Vecchio e Nuovo Mondo.

Il Siglo de Oro è il termine che designa un’epoca di grandezza economica e di prestigio politico della monarchia cattolica spagnola. Che in realtà si estende per più di un secolo. Situato generalmente tra la scoperta delle Americhe nel 1492 e la morte del grande scrittore spagnolo Calderón de la Barca, nel 1681. Figure come Cervantes, Quevedo, Lope de vega, Calderon o la poetessa messicana Sor Juana Inés de la Cruz, sono alcuni dei grandi nomi della letteratura universale, come El Greco o Velazquez lo sono nella pittura.

In musica, la tradizione popolare, la polifonia franco-fiamminga dei musicisti di Carlo V e l’influenza italiana, faranno sorgere uno stile proprio.

Nei domini ispano-americani, la musica fiorisce alla fine del XVI secolo e incomincia a creare il suo proprio linguaggio. Con i primi brani musicali scritti in lingua indigena e lo sviluppo del villancico che, per le sue caratteristiche popolari, diventa vettore dell’intreccio culturale.

L’adozione del culto alla Vergine Maria, da parte dei popoli indigeni, può essere considerata come la possibilità di continuare a mantenere il culto alla Pachamama (la Madre Terra), di fronte all’avanzata ineluttabile dei «conquistadores» spagnoli. 

Un esempio per tutti, Hanacpachap, il più antico brano polifonico pubblicato nel Nuovo Mondo, a Cuzco in Perù nel 1631. Questo inno mariano costituisce l’esempio dell’incontro e della fusione di due culture, da cui trae origine il mestizaje (incrocio) musicale americano. In esso alberi, frutti, astri e stelle sono leggibili secondo due tracciati paralleli. Da un lato simboli della Vergine “Stella Maris” e del frutto salvifico che porta, dall’altro elementi coerenti con l’antico culto della Pachamama, la Madre Terra. 

L’Ensemble Voz latina nasce a Cremona nel 2011 per iniziativa dei musicisti argentini Maximiliano Banos, cantante e Luciana Elizondo, violista da gamba.

Si propone di approfondire ed eseguire il repertorio musicale del Seicento e Settecento italiano. Esplorare il mondo della musica barocca nel suo rapporto tra testo e musica, basandosi sulla “teoria degli affetti” e richiamando il principio visivo del “chiaroscuro”. Allo scopo di esaltare la tensione drammatica delle opere eseguite, attraverso forti contrasti musicali che trovano giustificazione nel testo rappresentato. Tra i principali obiettivi dell’Ensemble Voz Latina vi sono lo studio e la diffusione del repertorio del Barocco Latinoamericano. Attraverso il recupero e la valorizzazione del suo patrimonio musicale ed il ripercorrere il cammino che la musica fece in America Latina dal Rinascimento europeo ai giorni nostri, fino ad arrivare a ciò che attualmente conosciamo come folklore latinoamericano. L’Ensemble è composto da musicisti provenienti da diversi paesi Europei e dell’America Latina ed hanno realizzato numerosi concerti in Italia, Francia, Slovenia e Argentina.

Il Programma

Poesia in musica nella Spagna del Siglo de Oro
  • Con que la lavare – Cancionero de Upsala (Venezia,1556) – Anonimo
  • Por la puente Juana – Cancionero de Turín (S. XVI / XVII) – Anonimo
  • Ojos pues me desdeñais – José Marín (1618 – Madrid, 1699)
  • Recercada octava (“Tratado de Glosas” – Roma, 1553) – Diego Ortiz (Toledo, 1510 – Napoli, 1570)
  • Folia “Yo soy la locura” – Airs de cours mis en tablature de luth (Parigi, 1614) – Henry du Bailly (1590 -1637)
  • Ay amargas soledades – Cancionero de Turín  – Anon – Poesia di Lope de Vega (Madrid, 1562 – 1635)
  • Si tus penas no pruebo – Canciones y Villanescas espirituales (Venezia, 1589) – Francisco Guerrero (Siviglia, 1528 – 1599) – Poesia di Lope de Vega 
Devozione popolare nel Nuovo Mondo
  • Pavana I –  Luis de Milan (c. 1500 – c. 1561)
  • Hanacpachap – Ritual Formulario e Institucion de Curas (Cuzco, Perù 1631) – Juan Pérez Bocanerga
  • E la don, don – Cancionero de Upsala –  Anonimo
  • Diferencias sobre “Guardame las vacas” – Los seys libro del Delfin (Valladolid, 1538) – Luys de Narváez (Granada, 1500 – 1555/1560)
  • No haya mas dulce alegria – Gaspar Fernandez (c. 1563/1571 – Puebla, Messico 1629)
  • Na baya a Belen – G. Fernandez
  • Cachuas al nacimiento – Códice Martínez-Compañón (Trujillo, Perú 1782–1785) – Anonimo

I Sostenitori del festival

A credere per il secondo anno nel valore di questo progetto di respiro internazionale è la Fondazione di Sardegna – confermando il proprio contributo anche per l’edizione 2020 – la Camera di Commercio di Sassari con il contributo nell’ambito del programma “Salude & Trigu”, inoltre il Comune di Sassari, Confesercenti e Coldiretti. Camminano al fianco del festival sfruttandolo come vetrina internazionale per la promozione delle peculiarità del territorio.

Come detto, inoltre, vi è in aggiunta la collaborazione diretta del Conservatorio “Canepa” di Sassari, oltre all’Auser-Università Popolare di Sassari. Il festival è sempre gemellato al prestigioso  Festivalul Baroc di Timisoara e quest’anno la rete dona i suoi primi frutti. Saranno infatti protagonisti del concerto in programma il 21 Novembre – salvo restrizioni alla libera circolazione tra stati a causa del covid – il soprano ungherese Andrejszki Judit e Caius Hera, musicista, insegnante e polistrumentista, uno dei maggiori rappresentanti di musica antica della Romania.

La giovane squadra del Festival

Altro grande obiettivo del Festival è sfatare un mito negativo sulla musica antica. Ovvero la difficoltà di comprensione di questo genere per un pubblico più giovane. Ebbene, “note senza tempo” è il frutto di un incredibile lavoro di squadra che coinvolge circa venti giovani musicisti under 25, nella costruzione e creazione di tutto il progetto. 

Grazie anche al loro contributo si è inoltre costruito un cartellone che accosta i grandi nomi a livello mondiale ma allo stesso tempo offre un palcoscenico di grande prestigio ai giovani talenti che nascono e si formano in Sardegna.

Sette concerti in cartellone, quindi, tutti ad ingresso libero con un costo di prenotazione simbolico di due euro per permettere soprattutto ai più giovani di potervi assistere senza remore.

Festival ecosostenibile e le norme anti-Covid19: 

Tutti i programmi di sala non saranno distribuiti in versione cartacea nel pieno rispetto della natura. Essendo ormai nell’era del digitale, gli organizzatori e lo staff hanno deciso di pubblicare esclusivamente online il libretto con tutte le info relative ai concerti (curriculum, foto e programmi degli artisti). La brochure potrà essere scaricata anche quest’anno da internet attraverso un QR CODE, che permetterà di sfogliare il  programma di sala comodamente dallo smartphone.

Per rispettare i protocolli sanitari contro la trasmissione del coronavirus, i posti disponibili sono contingentati. E devono essere prenotati al costo simbolico di due euro, collegandosi al sito web del festival https://www.notesenzatempo.it/ . Verrà inoltre rispettato il distanziamento durante i concerti e si vigilerà scrupolosamente sull’obbligo di indossare la mascherina. 

About Nadia Dessì

Nata e cresciuta a Carbonia, dopo il diploma in Ragioneria ho proseguito gli studi presso l'Università di Cagliari, sono Dottoressa in Scienze Politiche e specializzanda in Relazioni Internazionali. Appassionata di politica e di attualità.

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