Performances “in vetrina” nell’ultimo appuntamento con “Showindows” 2020 per il Find 38, domani (24 ottobre) dalle 17.30 alle 20
Domani (sabato 24 ottobre) dalle 17.30 alle 20 nei negozi del centro storico di Cagliari per il FIND 38 / XXXVIII Festival Internazionale Nuova Danza . Il progetto firmato Maya Inc – con lo slogan “All we can do is dance” (tutto quello che possiamo fare è ballare).
Un itinerario visionario nelle vie dello shopping con le coreografie pensate e danzate da Lucas Delfino e Valeria Russo. Inoltre, Con loro in scena Chiara Mameli e Luca Massidda, per il progetto dell’ASMED. Porterà la danza in luoghi insoliti e “animerà” la città. Da “Donna Fiore” a “Dreamers” al ritratto dell’ “Uomo al contrario” ,tra ironia e poesia.
Nel cuore della città, lungo le vie dello shopping, piccole visioni d’arte capaci di sorprendere ed emozionare, catalizzando l’attenzione e suscitando la curiosità dei passanti, disegnano un itinerario tra pieghe di stoffa e volumi, in una sinergia tra le geometrie di corpi in movimento e le proposte della moda – secondo un’idea della danza non elitaria, ma al contrario capace di comunicare con diverse fasce di pubblico anche fuori dai teatri, nella dimensione della vita
FIND 38: il finale
Concluderà il FIND 38 / XXXVIII Festival Internazionale Nuova Danza organizzato da Maya Inc il debutto di “Four” – nuova produzione dell’ASMED/ Balletto di Sardegna.
Una creazione originale firmata e interpretata da Olimpia Fortuni, Matteo Marchesi, Manolo Perazzi e Sara Pischedda in cartellone da mercoledì 28 a venerdì 30 ottobre alle 21 al Teatro Civico di Sinnai. Un inedito racconto in quattro quadri, quattro assoli ispirati alla molteplicità, quattro pezzi d’autore, realizzati con il coordinamento di Guido Tuveri.
E, con le musiche originali composte da Marco Caredda, Davide Collu e Andrea Deidda, i costumi di Stefania Dessì e il disegno luci di Stefano Delitala. “Four” riunisce quattro sensibilità, quattro percorsi di ricerca di giovani danzatori e coreografi. Il tema del numero “quattro” conduce in direzioni differenti, dalla volontà di affermazione dell’io alle suggestioni mistiche. Dal bisogno di spezzare il cerchio dell’abitudine alla necessità di fare i conti con delusioni e sconfitte.
Altri Appuntamenti
S’intitola “Vis à Vis” la coreografia di e con Sara Pischedda, che si confronta con gli ideali imposti dalla civiltà dell’immagine,nel dilemma tra l’apparire e l’essere. «Forza, bellezza… Vaghi in una foresta sociale, dove le uniche parole che echeggiano sono queste» si legge nelle note.
«Ti intimidiscono, ti confondono, quasi ti convinci che sia l’obiettivo da raggiungere. Come le sirene di Ulisse, ti seducono e ti fanno percorrere strade nelle quali l’unica cosa che può capitare è perderti. Perdere te stesso. Perdere la testa. Lì dovrai fare i conti con la persona che sei. Essere o non Essere»
Nel suo “Now Loading”, Manolo Perazzi descrive la ribellione contro la routine e il desiderio di spezzare la noia. «Calato in una realtà che emula il virtuale, un essere dalle sembianze umane si ritrova ad affrontare e vivere ripetutamente le stesse situazioni. Interrogandosi circa le possibilità di spezzare questa monotonia.
Assistiamo ad una presa di coscienza che si colloca al centro di un ribaltamento cronologico. Il confine tra realtà e paradosso si sfoca e si assottiglia rovesciando ogni logica di causa ed effetto, impedendoci di distinguere il principio e la fine».
Ancora spettacoli
“Virtus” di e con Matteo Marchesi indaga su pregi e difetti, principi e qualità morali per un’etica del terzo millennio. «Come identifichiamo una virtù nel mondo che viviamo? Cosa significa essere virtuosi?.
Partendo dalle allegorie delle quattro virtù cardinali e dalle iconografie dell’uomo virtuoso “Virtus” diventa un gioco. Giustizia, Prudenza, Fortezza e Temperanza, un corpo che cerca di essere un “vincente”». Disegna un percorso tra il senso del “ridicolo” e il “fallimento” di sogni e aspirazioni, rispetto al raggiungimento di un “ideale”.
Ne “La Caduta” di e con Olimpia Fortuni, affiora il pensiero della conclusione dell’esistenza, come spinta a migliorarsi e rivalutare. «Il quarto cavaliere dell’Apocalisse è la Morte che dopo Pestilenza Guerra e Carestia, pone fine alla miseria umana.
In questo tentativo di darne una forma danzante, la morte è più un angelo caduto, traghettatore di anime. Stanco del suo destino, combatte la sua natura. Forte, femminile, potente, puntuale, la morte nella sua misteriosa venuta porta sollievo. Ma al tempo stesso ricongiunge al divino, ridà valore ai bene primari della vita e ridefinisce i confine fra l’io e il sé».