Venerdì a Cagliari protesta in piazza. “L’assenza spettacolare”. Locali, teatri e cinema chiusi. E nessuna possibilità di esibirsi e sopravvivere.
Venerdì 30 ottobre anche i lavoratori dello spettacolo della Sardegna saranno in piazza. In concomitanza con la manifestazione nazionale emblematicamente intitolata “L’assenza spettacolare” promossa da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. L’appuntamento è fissato per le 10 in piazza Palazzo davanti alla Prefettura di Cagliari.
Sono oltre cinquemila, denunciano i sindacati, gli operatori sardi del settore inchiodati dalle misure anti Covid a una sostanziale inattività. Senza sapere come e quando potranno ritornare in scena. In piazza però ci sarà solo una delegazione di cento artisti.
Tra loro anche il batterista e compositore jazz Gianrico Manca e altri venti musicisti in rappresentanza di Suoni in bianco. Movimento che si batte da tempo per il riconoscimento di tutele e diritti per gli artisti. Non sono previste performance.
“Siamo consci del problema, ma anche consapevoli che i provvedimenti del Dpcm sono troppo pesanti nei confronti del nostro settore. Suoni in bianco da anni è in prima linea per una riforma della legislazione e per combattere il lavoro nero nel campo della musica. Quando usciremo da questa situazione niente dovrà essere come prima”.
Le richieste
Le sigle chiedono misure urgenti. “Non è più accettabile il silenzio intorno a un settore importante come quello della cultura e dello spettacolo” attacca la segretaria regionale Slc Cgil Diletta Mureddu. Sottolineando che “il sindacato invoca attenzione e interventi urgenti per i tanti lavoratori rimasti senza lavoro, senza ammortizzatori e senza indennità”.
Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 8 ottobre, avevano inviato una richiesta di incontro agli assessori Biancareddu (Cultura) e Zedda (Lavoro). “Il settore, queste le considerazioni delle segretarie Caterina Cocco (Cgil), Federica Tilocca (Cisl), Francesca Ticca (Uil) è stato fortemente colpito dalle restrizioni. Ma nonostante le misure di sostegno previste nell’accordo quadro firmato con i sindacati dalla Regione e la conseguente legge 22 rimasta sostanzialmente inattuata, i lavoratori sono tra quelli meno protetti e oggi più che mai in grande difficoltà. In gioco – fanno notare i sindacati – c’è la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della Sardegna”.