“Si tratta di una mazzata fortissima su un settore già in grande difficoltà. Dopo aver costretto il mondo della ristorazione e del wellness a spese ingentissime per rispettare le norme, ora la scure della chiusura si abbatte su tutti, indiscriminatamente. Ma dove sono i controlli? Perché non punire legittimamente chi non ha rispettato fino a oggi le normative; invece di colpire tutti gli imprenditori virtuosi che, con sforzi enormi, hanno tentato di rialzarsi dopo il primo lockdown?”: a porre le domande è Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio (FC).
“In Provincia di Forlì-Cesena si contano centinaia di imprese e micro-imprese del mondo della ristorazione e del wellness, oltre che teatri e cinema e attività legate al mondo dello spettacolo. E che dire dell’indotto? Alle spalle di queste realtà che oggi chiudono forzatamente ci sono fornitori, artigiani di supporto, personale esterno di pulizia e quant’altro occorra al corretto funzionamento di una attività commerciale o ricreativa. Con questo DPCM migliaia di famiglie rischiano di rimanere senza mezzi di sostentamento. La rabbia, nell’autunno del nostro scontento, monterà sempre più forte e si scaricherà sulle amministrazioni comunali e sui comuni cittadini. È l’intero tessuto sociale ad essere a rischio”: aggiunge Simona Vietina.
Polemica della parlamentare: governo poco preparato
Continua la parlamentare: “Tutto questo accade perché il Governo nazionale non ha saputo prevedere l’entità della seconda ondata e non si è preparato. Quello dei trasporti pubblici, vero focolaio di contagio, è un esempio macroscopico. In Emilia-Romagna, fra le regioni più “virtuose”, la Giunta Regionale ha deliberato l’incremento della flotta di mezzi a disposizione mediante l’utilizzo dei bus privati solo qualche giorno fa. Troppo poco, ma soprattutto troppo tardi quando da mesi le opposizioni, anche per mia voce e testimonianza diretta, continuavano a denunciare assembramenti e totale mancanza di controlli. Ora abbiamo migliaia di famiglie di cui occuparci per evitare che finiscano nella spirale della povertà. E, sopratutto, si espongano a personaggi poco chiari che sono già apparsi per fare incetta di spazi a prezzo di svendita”.
“Per questo ho scelto di appoggiare le associazioni di categoria nell’eventuale ricorso al TAR contro il DPCM. Confcommercio e Confesercenti sappiano di poter contare su di me, tanto sul territorio quanto a Roma. Contemporaneamente al Governo chiedo chiarezza sulle misure che saranno adottate in termini di tempi di erogazione, entità del ristoro e delle altre misure in preparazione. Ci sono ancora 12.000 persone che aspettano la CIG da marzo, per questi settori nuovamente colpiti dal DPCM quanto dovremo aspettare?”: conclude Simona Vietina.