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“Visioni concrete” – Ermanno Leinardi, il 30 ottobre al Ghetto

Dal 29 ottobre al 30 dicembre l’evento tra arte, ambiente e cultura: il Festival Bianco e Nero e “Visioni concrete” di Ermanno Leinardi.

Sulla figura dell’artista sardo Ermanno Leinardi una mostra antologica, dibattiti, laboratori e un documentario. L’inaugurazione dell’esposizione sarà il 29 ottobre, ore 17, al Centro comunale d’arte e cultura Il Ghetto.

A partire dal 29 ottobre, giorno in cui prende il via la V edizione del Festival Bianco e Nero di Cagliari, il Ghetto (via Santa Croce 18 Cagliari) ospiterà la mostra antologica “Visioni concrete” (1954-2004) di Ermanno Leinardi.

L’esposizione è curata dalla storica dell’arte Maria Dolores Picciau. Inoltre è fortemente voluta dagli eredi dell’artista (Raul, Viviana, Tiziana e Monica Leinardi). Resterà visitabile fino al 15 novembre e accompagnata da un documentario sulla figura dell’artista sardo firmato dal regista Antonello Carboni.

Le opere di Leinardi, promotore della Avanguardie storiche, verranno poi esposte anche negli spazi dell’aeroporto di Cagliari-Elmas, ad Oristano, Sassari e Roma. Visioni concrete presenta tutta la produzione pittorica di Ermanno Leinardi con 60 opere che ripercorrono l’intera produzione dell’artista dal 1954 al 2004.

Gli esordi

L’esposizione ricostruisce l’itinerario artistico di Ermanno Leinardi. Dagli esordi figurativi espressionisti, vicini a Matisse procede lungo le direttrici dell’informale prima e dell’astrattismo geometrico poi. Continua sino alla scoperta della forma ellittica O, gli studi sugli spazi impossibili, definiti ambigui, e gli inganni percettivi determinati dal posizionamento delle figure geometriche sulla pagina bianca della tela.

L’artista ha rappresentato per la città di Cagliari e per la Sardegna un simbolo della rivoluzione estetica portata avanti nei decenni Sessanta/Settanta da quei movimenti d’avanguardia. Nell’isola come in altre parti d’Europa, sono stati il megafono di un rinnovamento del linguaggio e dei canoni estetici legati ancora a rappresentazioni figurative.

A quella frattura Leinardi arrivò nel 1960, dopo un tormentato periodo di silenzio. Influì anche l’essere rimasto folgorato dalle opere di Jean Fautrier alla Biennale di Venezia. Di quel periodo l’artista scrisse: “Mi sconvolse Fautrier, di cui vidi 6 disegni a penna che mi hanno aperto un mondo che non conoscevo. Erano figurativi, ma il valore del segno prescindeva dalla figura. Ricordo forme femminili appena accennate che cantavano sul bianco del foglio“.

La svolta

Da quel momento Leinardi sposa completamente l’idea di un’arte logica, matematica, rigorosa che strizza anche l’occhio alle variazioni poetiche, di luce, spazio, colore, sperimentando varie tecniche come pittura a olio, acrilico, acquerello, grafica.

Dopo aver accresciuto la notorietà internazionale grazie a importanti occasioni espositive a Zurigo, Francoforte, Lucerna, Parigi, in un dialogo sempre aperto tra la sua terra e il panorama internazionale e aver stretto amicizia con la critica italiana e d’oltralpe, Leinardi trascorre gli ultimi anni di vita a Calasetta dove nell’ex mattatoio riesce a creare un museo di arte concreta. Questo racchiude una parte cospicua della sua collezione personale con le opere di Mario Radice, Philippe Morrison, Jean Leppien, Bice Lazzari, Max Huber, Lucio Fontana, tra gli altri.

Leinardi ha continuato anche negli ultimi anni di vita a battersi per un’arte severa, intransigente e rigorosa. Puntava sul risveglio di un’isola ancora molto sonnolenta, e su un museo dal respiro internazionale come preludio di rinascita. Nel tempo però questo ha perso completamento la vocazione e la linea che Leinardi aveva inteso e progettato.

Altre attività

Il 6 novembre, alle ore 18, si terrà la Conferenza on-line su Ermanno Leinardi e il movimento concreto europeo. I rapporti tra l’artista e le Avanguardie storiche saranno il tema al centro del dibattito a cui parteciperanno il figlio Raul, gli storici dell’arte Claudio Cerritelli e Gianni Murtas, gli artisti Tonino Casula, Giovanni Campus, Angelo Liberati, Ugo Ugo.

L’antologica verrà aperta da uno straordinario disegno a china, ritratto dell’artista firmato da Maria Lai nel 1978. Secondo Maria Dolores Picciau “è un’immagine simbolo di come l’arte avvicini, in questo momento critico, e sia fondamentale per un rilancio della vita culturale del nostro Paese”.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica 9-13 / 16-20.
È consentito ad un massimo di 15 visitatori ogni ora. È preferibile prenotare i biglietti cliccando sul seguente link forms.gle/sPTK9rh9E8REorK97

About Letizia Gusai

Appassionata di lettura e scrittura, sta terminando il suo percorso di studi in Beni Culturali e Spettacolo. Adora viaggiare e guardare film.

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