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Dislessia: “contrastarla interferendo nel cervello”

Una tecnica non invasiva di neuro-modulazione potrebbe migliorare le capacità di lettura delle persone affette da dislessia.

La dislessia è un disturbo che rientra nell’ambito di quelli definiti “disturbi specifici dell’apprendimento”. Infatti, non si tratta di una malattia, ma piuttosto di una determinata modalità di funzionamento di alcuni “passaggi” neurali, che in questo caso specifico servono per decifrare le lettere scritte. Una nuova tecnica non invasiva su questi processi potrebbe migliorare la capacità di lettura delle persone che fanno i conti con questo disturbo. Lo studio è stato descritto e pubblicato su “Plos Biology”.

La dislessia si manifesta già dalle prime esperienze scolastiche. I bambini che ne soffrono hanno difficoltà nella lettura. Le cause non sono del tutto note, ma potrebbero essere legate ad un diverso funzionamento a livello neurale di alcune aree cerebrali coinvolte nei processi di lettura. Un’ipotesi comune è che la dislessia sia un disturbo fonologico, cioè una difficoltà nel connettere le lettere ai suoni ad esse associati.

La dislessia non è uguale per tutti, e non “funziona” allo stesso modo.

L’approccio del team coordinato dalla Professoressa Anne-Lise Giraud prevede l’utilizzo della tACS (stimolazione transcranica con corrente alternata). Una tecnica non invasiva che permette di interferire in modo sicuro con la naturale attività elettrica cerebrale, a frequenze scelte di volta in volta dall’operatore e senza causare effetti secondari.

Gli scienziati hanno applicato la tACS a bassa intensità sulla corteccia uditiva sinistra di 15 adulti con dislessia e 15 lettori fluenti per un periodo di 20 minuti. Rimodulando i processi neurali in un certo modo, la percezione dei fonemi in chi era affetto da dislessia è in effetti, anche se transitoriamente, migliorata.

A migliorare maggiormente sono stati gli individui con il deficit di lettura più forte. 

La tACS è uno strumento sicuramente promettente e sicuro. Tuttavia, il funzionamento e la reale efficacia sono ancora al vaglio della comunità scientifica. Infatti, per confermare i benefici sono necessarie ulteriori ricerche. Nonostante questo, la scoperta, potrebbe “aprire strade” importanti per il trattamento del disturbo.

About Nadia Dessì

Nata e cresciuta a Carbonia, dopo il diploma in Ragioneria ho proseguito gli studi presso l'Università di Cagliari, sono Dottoressa in Scienze Politiche e specializzanda in Relazioni Internazionali. Appassionata di politica e di attualità.

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