Gestione rifiuti: La Commissione europea manda lettere ad Austria, Croazia e Italia per la mancata gestione dei rifiuti radioattivi
La Commissione europea ha deciso di inviare lettere di costituzione in mora ad Austria, Croazia e Italia per non aver adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi, come previsto dalla direttiva 2011/70 sul combustibile esaurito e sui rifiuti radioattivi.
Che cosa sono i rifiuti radioattivi?
L’utilizzo della radioattività e delle sue proprietà in numerosi settori porta alla produzione di materiali radioattivi che, quando non possono essere più utilizzati, diventano rifiuti radioattivi. Questi, emettendo radioattività. Infatti, devono essere gestiti in maniera adeguata per evitare rischi per l’uomo e per l’ambiente. Tuttavia esistono diverse categorie, alle quali corrispondono diverse modalità di gestione. Non solo, anche a seconda della concentrazione di radionuclidi e del tempo in cui la radioattività decade.
In Italia i rifiuti radioattivi sono stati storicamente classificati secondo la Guida Tecnica n. 26 dell’ENEA-DISP. Questa prevedeva tre specifiche categorie: I, II e III categoria in ordine crescente di radioattività. A livello internazionale, la classificazione di questi ultimi è dettata dalla International Atomic Energy Agency (IAEA). Essa si è evoluta nel corso degli anni e la sua ultima versione delinea delle classi sulla base della specifica tipologia di smaltimento che i rifiuti possono subire.
Secondo quanto indicato nel Decreto legislativo n. 45/2014 di recepimento della Direttiva 2011/70/EURATOM è stato emanato il Decreto Ministeriale del 7 agosto 2015 che ha definito, in linea con i più recenti standard IAEA, la nuova classificazione dei rifiuti radioattivi nazionali. Sono così oggi suddivisi in 5 tipologie: a vita media molto breve; attività molto bassa; bassa attività; media attività e alta attività.
Dove si trovano oggi i rifiuti radioattivi?
In Italia i rifiuti radioattivi finora prodotti sono custoditi in depositi temporanei che ne consentono la gestione in sicurezza e l’isolamento dall’ambiente. Tali rifiuti provengono dal pregresso esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle attività nel campo sanitario, industriale e della ricerca.
Il Deposito Nazionale permetterà la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese con un significativo incremento della sicurezza e ottimizzazione della gestione, risolvendo un problema che altrimenti ricadrebbe sulle generazioni future.
Con la sua realizzazione sarà possibile demolire i depositi temporanei in cui sono attualmente accumulati i rifiuti, chiudendo così il ciclo nucleare italiano con la restituzione dei siti alle comunità locali per altri usi.