La proposta, attraverso una lettera, è stata presentata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti
Per interrompere la sequenza di contagi provocata dagli asintomatici, la sindaca di Roma, Virginia Raggi ha avviato un accordo con il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Con lo scopo di verificare l’ipotesi di ospitalità, nelle strutture alberghiere che al momento risultano chiuse a causa del Covid.
L’obbiettivo
Oltre agli asintomatici e paucisintomatici l’obiettivo è ospitare anche le persone costrette in quarantena nel proprio domicilio. Ma, con spazi ridotti che creano difficoltà ad altri componenti della famiglia. È quanto richiesto in una lettera da Raggi inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Inoltre, nella lettera si specifica che Roma Capitale, Federalberghi nazionale e Federalberghi Roma sostengono e supportano ogni iniziativa utile nell’individuazione di queste strutture alberghiere. Infatti, si sottolinea che tale modalità venne attuata anche nel corso della prima ondata di contagio per gli equipaggi e i passeggeri di navi da crociera in quarantena dalle autorità sanitarie. Nell’accordo, si mette in luce che questa ipotesi di collaborazione ha buone possibilità di realizzazione grazie alle risorse che il Governo destina straordinariamente alle imprese economiche in difficoltà.
E che, in questa evenienza, sarebbe utile assegnare agli alberghi impegnati nell’accoglienza, i cittadini romani in isolamento fiduciario o quarantena. L’utilizzo di queste strutture alleggerirebbe il sovrappopolamento degli ospedali. Infatti talvolta le persone positive svolgono la quarantena ricoverate in ospedale, seppur prive di particolari sintomatologie. Allo stesso tempo, questa azione sosterrebbe e aiuterebbe in modo considerevole le imprese. Oggi infatti esse soffrono per la ripresa dei contagi e per la conseguente crisi del settore turistico. Infine, si suggerisce che l’ospitalità presso queste strutture sia associata all’assistenza medica delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale). Lo scopo è non gravare sui medici di famiglia e dando loro la possibilità di occuparsi di altri malati, a partire da quelli ordinari. La Regione Lazio ha già attivato oltre 500 posti in alberghi assistiti per i clinicamente guariti e per coloro che non hanno una corretta modalità per svolgere l’isolamento domiciliare.