Secondo uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, basato su esperimenti sui topi, l’incapacità di metabolizzare il triptofano può essere collegato alla celiachia.
Si tratta di risultati che, secondo il ricercatore Bruno Lamas e i suoi colleghi, spiegherebbe perché il 40% della popolazione del mondo esprime un gene di suscettibilità alla celiachia. Ma poi solo l’1% di questi individui poi sviluppa la malattia che portava all’intolleranza al glutine. Il triptofano è un amminoacido che viene metabolizzato nell’intestino dei batteri e trasformato in molecole di ligando del recettore degli idrocarburi arilici (AhR). Dette molecole si legano poi alle proteine del recettore AhR per attivare la segnalazione molecolare che poi è alla base di alcune risposte immunitarie tra ci quello della mucosa intestinale.
L’esperimento
Nel corso degli esperimenti sui topi con gene di suscettibilità alla celiachia, l’alterato metabolismo del triptofano portava alla celiachia.
Secondo Lamas, e secondo i risultati conseguiti dagli esperimenti che lui e i colleghi hanno effettuato, una dieta ricca di triptofano può arrivare a modificare la composizione stessa dei batteri nell’intestino nei topi. Ciò produce un quantitativo maggiore di molecole ligando AhR ed una riduzione dell’infiammazione correlata all’intolleranza al glutine.
Dunque, in pazienti celiaci c’è evidenza di un metabolismo batterico inferiore del triptofano . Il loro microbiota intestinale non stimola adeguatamente la via AhR che controlla l’infiammazione e protegge la barriera intestinale. Queste alterazioni possono essere comunque migliorate dopo due anni di dieta priva di glutine.
I risultati
I ricercatori si accorgevano inoltre, nel corso degli esperimenti, che trattamenti con batteri tra cui il Lactobacillus reuteri potevano produrre molecole di ligando di AhR. Ciò alleviava l’infiammazione celiaca. In altri esperimenti si avevano risultati simili con un farmaco denominato Ficz. Esso aumentava la produzione delle stesse molecole.
Inoltre gli stessi ricercatori, analizzando campioni di feci di persone celiaca, notavano un quantitativo minore di ligandi di AhR rispetto alle persone senza celiachia.