Una tecnica con la quale si potrebbe prevedere il potenziale eruttivo, a volte devastante, dei vulcani attivi della Terra è stata sviluppata da un gruppo di vulcanologi dell’Università di Ginevra (UNIGE).
Grazie alla collaborazione con colleghi dell’Università di Heidelberg, i ricercatori hanno infatti utilizzato lo zircone. Un cristallo che è contenuto nelle stesse rocce vulcaniche. Al fine di per calcolare la quantità di magma che un determinato vulcano attivo potrebbe eruttare.
Quindi con questo metodo potrebbe rivelarsi molto utile. Considerando che, nel corso dell’ultimo secolo, i vulcani caratterizzati dalle eruzioni più intense e devastanti sono stati quelli che non eruttano frequentemente.
E considerando che sono più di 800 milioni le persone che vivono alle pendici dei vulcani e che sono a rischio. Poter prevedere la quantità di magma e materiali che fuoriescono nel corso delle eruzioni più distruttive è pressoché fondamentale.
Per fare ciò si deve calcolare la quantità di magma nelle camere che si trovano sotto ai vulcani. In quanto questa quantità è indissolubilmente collegata all’entità dell’eruzione. Parliamo però di camere magmatiche che molto spesso si trovano a diversi chilometri di profondità, del tutto inaccessibili.
Proprio per questo i ricercatori credono che questo metodo geocronologico con lo zircone, possa risultare molto importante per capire il volume del magma contenuto nelle camere sotto i vulcani.
Se a questo si aggiunge che lo zircone si cristallizza solo ad una determinata temperatura, si avrà un termine di misura abbastanza preciso. e riguarderà la velocità con la quale il magma si raffredda sotto il vulcano.
Sarebbe di fondamentale importanza sapere la prossima eruzione dei un vulcano. Così da poter mettere in salvo le persone che vivono attorno. Ci
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