Sky ha completato il rilascio dell’aggiornamento software che abilita l’HDR su Netflix. Tutti i possessori di box Sky Q Platinum e Sky Q Black (satellite) potranno utilizzarlo.
Inizialmente limitata alla sola risoluzione Ultra HD in SDR (Standard Dynamic Range, gamma dinamica standard). Per poter sfruttare l’HDR su Netflix è necessario che la versione software sia aggiornata alla Q130.000.33.00L. Occorre poi aver sottoscritto il piano di abbonamento Premium (l’unico che supporta Ultra HD e HDR) e una connessione internet capace di raggiungere stabilmente almeno i 25 megabit al secondo (soglia consigliata). Sui box Sky Q si deve controllare l’impostazione dell’uscita video: la voce corretta è 2160p HDR. Sui TV occorre invece sincerarsi che l’ingresso HDMI (con HDCP 2.2) a cui il box è collegato sia abilitato per supportare i segnali alla massima qualità (le diciture variano a seconda dei produttori: in genere si fa riferimento a “HDMI UHD Color”, “UHD Deep Colour” eccetera). Quando tutti i requisiti vengono rispettati si può leggere la dicitura “HDR” vicino ai titoli disponibili su Netflix in questo formato.
L’HDRI, sigla di high dynamic range imaging, è una tecnica utilizzata in grafica computerizzata e in fotografia per ottenere un’immagine in cui l’intervallo dinamico; ovvero l’intervallo tra le aree visibili più chiare e quelle più scure, sia più ampio dei metodi usuali. Le tecniche per la creazione di una HDRI si basano sull’idea di effettuare scatti multipli dello stesso soggetto ma a diverse esposizioni; in maniera tale da compensare la perdita di dettagli nelle zone sottoesposte o sovraesposte di ciascuna singola immagine. La successiva elaborazione della serie di immagini consente di ottenere un’unica immagine con una corretta esposizione sia delle aree più scure che di quelle più chiare.
Confronto con le tradizionali immagini digitali.
Le informazioni memorizzate in un’immagine HDR di solito corrispondono ai valori fisici della luminosità e della radianza che possono essere osservati nel mondo reale; in questo differiscono dalle informazioni memorizzate nelle normali immagini digitali, che memorizzano solo quali colori vanno riprodotti sullo schermo. Le immagini HDR richiedono un maggior numero di bit per colore delle tradizionali immagini; per via del fatto che rappresentano valori da 10 alla meno 4 a 10 alla 8 (i valori della luce visibile) o più. Numeri a 16-bit o a 32-bit floating point sono spesso utilizzati per rappresentare i pixel HDR. In ogni caso, utilizzando l’appropriata funzione di trasferimento, i pixel HDR possono essere rappresentati a 10-12 bit di luminosità e a 8 bit per la componente colore senza alcuna variazione visibile.