“Penso che la vita è la cosa più importante, però non bisogna fermarsi. Bisogna andare avanti convivendo con questa situazione cercando di limitare i danni. Se ci fermiamo siamo perduti perchè perdiamo sponsor e introiti, senza dei quali non potremmo ripartire e finirebbe la pallacanestro”. Lo ha dichiarato Nando Gentile, uno dei playmaker più forti di sempre del basket italiano, intervistato da Massimiliano Graziani a Extratime, Radio1Rai.
“Quanto conta il pubblico? Non dico il 100 per 100 ma quasi. Io vedo le partite e mi sembrano tutte amichevoli. Non c’è entusiasmo e non c’è chi ti trascina. C’è la voglia di vincere, ovviamente, ma il basket è uno sport nel quale il pubblico vive a contatto con i giocatori”.
Nando Gentile ha vinto 3 scudetti e un’Eurolega con il Panathinaikos, nell’atmosfera infuocata del Basket greco, il più passionale del mondo, caratterizzato da un tifo infernale.
“Giocare in quell’atmosfera è quasi surreale: quando c’erano gli scontri importanti (contro Olympiakos, Aek e Aris Salonicco) facevamo 20 mila spettatori ed erano 20 mila ultras…e quando cominciavano ad urlare sembrava di volare”.
Gentile parla poi dell’attuale campionato: “Tutti gli anni si dice che Milano è la squadra da battere, ma il bello del basket è che non si vince con le parole e con i nomi, ma si vince sul campo.Detto questo, Milano rimane grande favorita: per il Roster, per il budget, per gli allenatori e l’organizzazione, e le squadre che possono dare fastidio sono Bologna, Venezia, Sassari. Per vincere sarà importante arrivare bene fisicamente e mentalmente ai play off che sono un campionato a parte con tante partite e viaggi ravvicinati”.
Gentile è cresciuto a Caserta, nella squadra della sua città, con la quale ha vinto uno storico scudetto. Ma alla fine del ciclo d’oro andò via, suo malgrado, per fare la fortuna di altre squadre
“Sono rimasto a Caserta dieci anni e ci sarei rimasto tutta la vita…ma la vendita mia, di Esposito e Dell’Agnello fu decisa per i problemi economici della società”
(ITALPRESS).