Il Comitato di bioetica afferma: “non si possono escludere a priori i pazienti dalle cure o dalla ricerca, solo in base all’età. Non bisogna dimenticare che tutti abbiamo uguali diritti di assistenza, come dice la carta costituzionale”.
Interviene così Lorenzo d’Avack, giurista, docente universitario e presidente del Comitato di bioetica. In questi giorni ha approvato all’unanimità un nuovo documento legato alla pandemia, che interviene sul tema della ricerca nel contesto de virus.
“Bisogna rispettare i malati, informarli e bene di cosa possono provocare i farmaci non ancora completamente testati o pensati per altri scopi. E far partecipare tutti alla sperimentazione di nuovi medicinali contro il Covid, anche i soggetti fragili che altrimenti si ritroverebbero scoperti in futuro. La medicina, la ricerca devono avere un etica, anche ai tempi del virus. E certamente non quella utilitaristica”, aggiunge d’Avack.
Il documento
Il documento analizza la ricerca nel contesto della pandemia Covid-19 focalizzando l’attenzione sulla sperimentazione biomedica per i nuovi trattamenti e gli aspetti etici. Il primo timore del Comitato è che non si rispettino i requisiti della sperimentazione e del consenso informato da parte del paziente vista l’emergenza sanitaria, l’urgenza di ottenere risultati dalla ricerca sui farmaci in attesa del vaccino.
Le sperimentazioni per il Comitato
Il Comitato ribadisce che devono essere rispettati i criteri scientifici, etici e giuridici generali della sperimentazione clinica. Va rispettato anche quello di giustizia nell’Assegnazione delle risorse a diversi livelli e gli standard di qualità e validità. “In momenti come questi la ricerca invece che nei laboratori può fare passi avanti testando direttamente sui pazienti. Bisogna che il malato, sia bene informato dei possibili rischi nell’uso di farmaci off Label, nati per curare altre patologie o di uso compassionevole. Farmaci che non hanno ancora completato il percorso di validazione ma, vista la gravità della situazione e la manca di alternativa, si possono usare”.
Una sperimentazione sui trattamenti Covid che, per essere utile in futuro a tutti, sottolinea d’Avack, non deve escludere le persone vulnerabili. Deve includere tutti. “ L’ esclusione di persone particolarmente vulnerabili dalla sperimentazione è contraria al principio di giustizia. Vengono privati della stessa possibilità di cura oggi, ma anche in futuro per una possibile esposizione a rischi”.
Consenso informato per le sperimentazioni
Il documento sottolineata la rilevanza e il ruolo della revisione etica da parte dei comitati etici, con particolare riferimento all’esperienza italiana. Il Comitato analizza anche le trasformazioni del consenso informato per la partecipazione ad una sperimentazione nel contesto emergenziale della pandemia, soffermandosi sulla ricerca sui campioni biologici, sui test genomici e sull’uso dei dati. L’auspicio del Comitato è che, su diversi piani, sia essenziale garantire, nell’ambito della pandemia, la ricerca interdisciplinare, la collaborazione, il coordinamento internazionale e la condivisione dei risultati. Per il bene globale comune.