Allʼinterno della capsula cʼè una messaggio in tedesco, molto ben conservato ma difficilmente comprensibile, trasportato 110 anni fa.
Un messaggio trasportato nel 1910 da un piccione viaggiatore è stato trovato in un campo di Ingersheim, vicino a Strasburgo, in Francia. Si tratta di un’informazione militare tedesca. A fare la scoperta è stata una coppia che stava passeggiando e ha notato una piccola capsula di alluminio, all’interno della quale si trovava appunto il foglio, ora affidata al Memoriale di Linge D’Orbey, un museo dedicato alla battaglia tra francesi e tedeschi del 1915 sul versante alsaziano dei Vosgi. All’interno della capsula, c’era un messaggio manoscritto in tedesco; molto ben conservato ma difficilmente comprensibile. Fu inviato da un ufficiale di un reggimento di fanteria prussiano a un superiore dello stesso reggimento. Il testo evoca le manovre tedesche tra Bischwihr e Ingersheim, in un’epoca in cui l’Alsazia era tedesca.
Il piccione viaggiatore.
L’uso del piccione viaggiatore fu fondamentale durante la storia ed il suo primo impiego risale ad oltre 3.000 anni fa; quando già veniva adoperato da Egiziani e Persiani. Nell’antichità era il principale mezzo di comunicazione per messaggi ad alta priorità. Per le civiltà greco-romane era il sistema adoperato per comunicare informazioni importanti; come ad esempio i nomi dei vincitori dei giochi olimpici, fino ai confini dell’impero. In seguito con l’invenzione del telegrafo e più tardi anche del telefono; durante la Grande Guerra la maggior parte degli eserciti faceva affidamento sui moderni mezzi di comunicazione. Questo aveva degli svantaggi: i sistemi di allora potevano facilmente smettere di funzionare, essere manomessi o intercettati. Per risolvere questo problema l’esercito italiano fece un largo uso dei pennuti; per permettere di mettere in comunicazione le truppe operanti in prima linea con i comandanti che si trovavano in aree più riparate.
Le colombaie mobili si suddividevano fra autocolombaie, consistenti in speciali carri automobili attrezzati con dispositivi di una vera e propria colombaia. Quest’ultima avente la capacità da 90 a 100 colombi. Le colombaie rimorchio, invece, costituite da carri a due ruote con gomme pneumatiche. L’imprevedibilità di questa scelta dell’adoperare i piccioni viaggiatori in guerra fu talmente vantaggiosa. Questi vennero riadoperati anche nella seconda guerra mondiale: fu una colomba chiamata “Paddy”. Essa il 6 giugno 1944, riuscendo a beffarsi dei falchi tedeschi (usati come contromisura, per tentare di intercettarli e abbatterli) e attraversando oltre 230 miglia; portò per prima notizie agli alleati riguardo allo sbarco in Normandia. L’impresa del piccione viaggiatore, compiuta in meno di cinque ore; talmente eclatante che alla sua morte nel 1954 fu ricordato e premiato in una cerimonia speciale. Più tardi, nel 2005: gli hanno dedicato un film d’animazione.