Una nuova tecnologia di raffreddamento a due strati ispirata alla pelliccia dei cammelli è stata sviluppata da un team di ricerca del Dipartimento di Scienza.
Raffreddamento passivo: i cammelli, infatti, riescono a rimanere relativamente freschi anche sotto il sole caldissimo del deserto.
Lo fanno grazie a delle speciali ghiandole sudoripare che abbassano la temperatura tramite l’evaporazione dell’acqua mentre la pelliccia superiore isola dal calore. È ciò che hanno tentato di imitare i ricercatori utilizzando uno strato inferiore di idrogel, che imita le ghiandole, e uno strato superiore di areogel, che imita la pelliccia.
Il nuovo sistema fa rimanere i prodotti più freschi di un tempo cinque volte superiore rispetto alla norma. Il doppio strato è infatti in grado di mantenere una temperatura di 7 °C più bassa di quella circostante. Con un doppio strato fatto da due strati di 5 mm, i ricercatori sono riusciti a mantenere questa differenza di temperatura con l’ambiente per ben 200 ore.
Evaporazione e raffreddamento
“La precedente ricerca sul raffreddamento passivo si concentrava sull’imitazione dell’evaporazione dalle ghiandole sudoripare nei mammiferi. In questo lavoro invece, abbiamo identificato il ruolo cruciale dell’isolamento della pelliccia.”, spiega Jeffrey Grossman, uno degli autori dello studio. Il doppio strato di isolamento consente un prolungamento abbastanza importante del tempo di raffreddamento con un consumo di acqua pari rispetto ai metodi tradizionali.
L’importanza della pelliccia nel raffreddamento dei cammelli è rappresentato dal fatto che i cammelli tosati devono utilizzare una quantità di acqua maggiore rispetto ad un cammello non tosato. “Questa tecnologia potrebbe avere un’importanza significativa rispetto alle tecnologie convenzionali. In quanto fornisce un raffreddamento efficace per tempi più lunghi per una certa quantità di acqua fornita.”, spiega ancora Grossman. “Può anche potenzialmente aiutare la gestione termica degli edifici in cui la domanda di raffreddamento è aumentata rapidamente”.