Una platea virtuale per “Voci/ogni isola ha il suo labirinto”, il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Rossella Dassu.
La pièce, in anteprima il 14 novembre alle 21.15 sul canale You Tube del CeDAC, fa parte del progetto “Pula-Nora: Archeologia nel Futuro“. Firmato Cedac (Bando CultureLab) per la valorizzazione del sito archeologico con “azioni” mirate tra arte e natura. Pensato come performance itinerante nel cuore dell’antica città sommersa. Rappresenta “il primo studio” sul mito di Arianna, figlia di Minosse e sorella del Minotauro. E disegna idealmente un ponte tra Creta e la Sardegna con rimandi anche autobiografici tra migrazioni e confini.
“In “Voci” ho voluto dare centralità alla figura femminile, che d’abitudine in queste narrazioni classiche ha un ruolo subalterno – sottolinea l’artista, formatasi in Sardegna e oltremare con maestri come Yoshi Oida, Danio Manfredini e Yuri Alschitz e cofondatrice di Ca’ Rossa – ho voluto raccontare il mito dal punto di vista di Arianna, partendo dall’idea che questa figura legata al tema dell’abbandono si ritrovasse all’interno di un simbolico labirinto di ossessioni e pensieri. E sentisse la necessità di sciogliere quel groviglio per raccontare se stessa, per capire come uscire dalla sua condizione di vittima”.
Un debutto senza pubblico a fine ottobre poi la versione “cinematografica” con riprese e montaggio di Daniele Arca (Radar Films). Il destino della principessa di stirpe divina si intreccia alle vicende personali dell’autrice: “Anche io come Arianna sono nata in un’isola – racconta Rossella Dassu – anche io come Arianna sono cresciuta scrutando un orizzonte da cui ho aspettato che arrivasse il cambiamento, anche io come Arianna ho attraversato il mare lasciandomi alle spalle ciò che ero, alla ricerca di ciò che sarei stata”.