Miriam Melis Intervista

Miriam Melis: “Non contano le tecniche, contano le idee”

In occasione del Premio Donna di Scienza, un’intervista densa e ricca di aneddoti e curiosità sul mondo della ricerca. Parleremo di Cannabis, neuroscienze, microbiologia, stress e Covid-19 in chiusura

L’intervista con Miriam Melis. Per ascoltare, disattiva il sottofondo della radio dal bottoncino rosso con la freccia che appare in basso a destra dello schermo

Abbiamo avuto il piacere di spaziare su un sacco di argomenti in compagnia di una grande donna, Miriam Melis. Professoressa e ricercatrice dell’Università di Cagliari, conosciuta a livello internazionale per le sue ricerche e candidata al Premio Donna di Scienza.
La professoressa Melis inizia il suo percorso di studi all’Università di Palermo, laureandosi con una tesi sperimentale in microbiologia sul batterio dell’Escherichia coli. Grazie a questa tesi, degna di menzione, vince una borsa di sei mesi per iniziare uno stage di sei mesi presso l’Istituto Mario Negri nell’ambito delle biomedicine con Alberto Luini. Successivamente entra in contatto con il professor Gian Luigi Gessa e nel 1994 inizia a lavorare con lui all’Università di Cagliari. Qui inizia gli studi sul sistema dopaminergico e i processi di gratificazione e di astinenza.
In seguito nel 2000 vince un concorso per andare all’ UCSF di San Francisco, dove si occupa di alcol. In particolare, di come il cervello viene modificato in seguito all’assunzione, soprattutto in soggetti pre-adolescenti.
Rientrata in Sardegna, inizia a mettere in pratica le tecniche appresa sulla cannabis, facendo diverse scoperte riguardanti i rapporti tra i sistemi endocannabinoidergico e dopaminergico, che la fanno conoscere dal 2004 a livello mondiale nell’ambito della ricerca.

Ricerca sul sistema dopaminergico

Il focus sulle neuroscienze

Nei primi anni 2000 inizia a centrare l’argomento su cui si specializzerà, quindi la vulnerabilità ai disturbi neuropsichiatrici in seguito agli scompensi causati da un’eccessiva assunzione esterna di cannabinoidi (i quali ricordiamo che sono già sintetizzati e rilasciati naturalmente dai neuroni della dopamina). Argomento più che mai attuale al giorno d’oggi, visto il numero sempre più elevato di consumatori e visti i numerosi esempi di disturbi e livelli di depressione e stress che ci sono nel mondo. Questi disturbi si manifestano tipicamente in età pre-adolescenziale, e i genitori si accorgono quasi sempre in ritardo del disagio dei propri figli.
Miriam Melis ci dà quindi un’introduzione a quelle che sono le basi neurobiologiche che stanno dietro a questi disturbi. Ci racconta inoltre di quali sono le terapie comportamentali, in sinergia con psicologi e neuropsichiatri infantili, come l’arricchimento sociale (gruppi con bambini e animali) in ambiente protetto e gratificante, pratica che non solo migliora la funzionalità ma addirittura cambia e arricchisce la struttura anatomica del cervello.

Sulla Cannabis e sullo Stress

Parleremo poi di ricerca sulla Cannabis, terapie, normative e legalizzazione. Faremo quindi il punto della situazione attuale della ricerca terapeutica su THC e CBD. Tra le altre cose, la dottoressa Melis sostiene poi che in Italia ci sia una percentuale del 10% di donne incinte che fa uso smodato di cannabis, il che incide negativamente sullo sviluppo del nascituro.
Faremo poi una piccola spiegazione a grandi linee di come funziona lo stress, della sua importanza nella vita e di come ci siano diverse differenze tra il dire “mi sento stressato” ed esserlo per davvero.

Ricerca sulla cannabis terapeutica

Sulla pandemia Covid-19

Tra le altre cose, con Miriam Melis parleremo anche di Covid-19 e di dibattito della ricerca in materia. Quindi le scoperte attuali e la responsabilità del mondo scientifico, il modo di porsi nei confronti della collettività-spettatori tramite i loro dibattiti. Siamo entrambi d’accordo sul fatto che non sia tanto importante che gli studiosi abbiano pareri diversi o addirittura contrari. Ci sono differenze stilistiche e di valori, ma il focus non è tanto sull’apparenza. Piuttosto è la collettività che deve iniziare il grande cambiamento dal basso. Ognuno di noi deve quindi lasciar perdere chi strumentalizza queste notizie, informarsi da varie fonti e non accontentarsi del parere dell’esperto che ci sta più simpatico o che sta più simpatico ai nostri amici. Perciò dobbiamo prendere il tempo per fare ricerche e soprattutto fare ragionamenti personali al di fuori della ricerca, perché sennò la si finisce sul basarsi solo ed esclusivamente sul parere degli altri, abbandonando il proprio e quindi fossilizzando il proprio pensiero.

Difficoltà e sfide del mondo della ricerca

La professoressa ci racconta le sue esperienze durante il percorso di studi, fatte di sfide, ore e ore di laboratorio, la nostalgia di casa. Il sentirsi in “clausura” al Mario Negri (nella sede immersa nelle montagne nei pressi di S. Maria Imbaro, provincia di Chieti). E di come tutto questo non faccia altro che alimentare la propria motivazione e la spinta al miglioramento personale.

Secondo la dottoressa Melis, le difficoltà come donna nella ricerca non sono tanto legate a una qualche disparità palese nel suo ambito tra uomini e donne. Anzi, sostiene piuttosto che le politiche di equità di genere delle società di ricerca del suo ambito l’abbiano addirittura avvantaggiata. A tal proposito ci dice:

“Non credo che qualcuno abbia mai dubitato dei miei dati solo perché sono una donna”

Il piacere della creatività, della scoperta e del confronto

Miriam Melis dice che la parte più bella dell’ambito della ricerca è quella creativa. Quindi le scoperte, anche e soprattutto inattese, in seguito a numerosi esperimenti e studi. E soprattutto la discussione con la comunità scientifica, che permette un confronto con gli scienziati da tutto il mondo e un continuo arricchimento personale.

“Non contano le tecniche, ma contano le idee”

L’augurio ai giovani ricercatori

L’augurio agli studenti e alle studentesse che si approcciano al mondo della ricerca è quello di non avere paura delle strade in salita e di sognare in grande e dare il meglio di sé, con molta umiltà. Il mondo che ha visto fuori dall’Italia è un mondo ultra competitivo, dove ogni scoperta, anche la meno significativa, viene sbandierata come un super successone. Quindi bisogna imparare ad avere a che fare con questo sistema, dimostrando con i fatti il proprio valore. Più si studia, più vengono le idee, quindi lo studio preciso e diligente sta alla base di tutto. In modo tale poi da assicurarsi un lavoro che non si percepisca come fatica o tempo volato via, perché è ciò che più ci piace nella vita.

About Nicola Fois

Studente di Comunicazione. Appassionato di lingue, sport, musica e di tutta la letteratura riguardante questi temi

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