Gli antichi greci crearono il concetto di “pharmakon”, riferito a una pianta curativa, cioè a una sostanza che può sia guarire che nuocere a seconda di come viene utilizzata.
La vita e il concetto di pharmakon: la giusta dose porta un beneficio, mentre l’eccesso può peggiorare la malattia.
Da ciò, oggi, il cosiddetto “bugiardino” o “foglietto illustrativo” dei farmaci, che è un testo informativo, presente per legge in tutte le medicine in commercio che riporta le istruzioni necessarie per l’utilizzo del medicinale. Che è, quindi, in sostanza, la carta d’identità del farmaco che ne garantisce un’assunzione corretta e sicura.
L’importanza del bugiardino
Spesso ci si interroga sull’importanza del foglietto illustrativo allegato ai farmaci. Umberto Eco diceva: “troppa informazione nessuna informazione”. Non si può non condividere questa opinione di Eco, infatti le informazioni sul Covid-19, come per qualunque altra cosa, se in quantità ragionevole e nella giusta dose, ci aiutano a decidere meglio e ci offrono un vantaggio. Mentre troppe informazioni possono creare confusione e, alla fine, creano più problemi di quanti ne risolvano, come purtroppo possiamo osservare.
Tali indicazioni non sono ritenute sempre corrette e attendibili, anzi a volte risultano contradittorie, perché provenienti da scienziati in disaccordo fra di loro e da fonti inquinate dalla politica o dagli interessi economici. Che evidenziano il divario sempre più ampio tra ciò che comprendiamo e ciò che pensiamo di dover capire. Si rischia di cadere nello scetticismo, che è il buco nero tra i dati e la conoscenza, che succede quando le informazioni non ci dicono ciò che vogliamo o dobbiamo sapere.
Lo scetticismo
Lo scetticismo è indubbiamente la tentazione in agguato che dobbiamo superare, in quanto ci fa rinunciare alla ricerca della verità, ci fa negare l’accessibilità della conoscenza. L’inevitabile esito è l’equipollenza di ogni opinione e l’inconfrontabilità delle stesse. Viene, così raffermata la tesi classica dello scetticismo filosofico di ogni tempo, che così può essere riassunta: “La conoscenza del mondo reale ci è preclusa e tutto ciò cui possiamo aspirare è mera opinione”.
Lo scetticismo alimenta il ribellismo sociale, giustificato da quanti si sentono lesi nei loro diritti lavorativi con i provvedimenti obbliganti dei vari DPCM. Ci si chiede, intanto: in questa situazione “come vediamo il nostro futuro e La vita?”.
Come vediamo La vita?
La risposta è una sola. Mentre si è attenti lettori scettici di grafici, in un mondo dominato dall’incertezza, si deve eticamente aderire alle decisioni governative. Le quali che non devono e non possono essere disattese. Se la paura ha dominato le misure di contenimento, essa deve velocemente cedere il passo alla speranza. Ciò consentirà di sviluppare una nuova visione ottimistica di questa brutta storia che il mondo sta vivendo. Che vede nella ripartenza dell’Italia la base sulla quale costruire il nostro futuro.