Coldiretti Alghero

Coldiretti Alghero: sì al piano di ripopolamento

Mai come in questo periodo storico le difficoltà in cui operano i pescatori impongono grande senso di responsabilità.

Coldiretti Alghero: a fronte di una riduzione della pesca di ricci, si deve tenere in considerazione la difficile condizione degli pescatori ed in particolare in questo caso di quelli subacquei professionisti.

Lo afferma Coldiretti Alghero attraverso il suo responsabile Mauro Manca. Il quale sottolinea come “da anni questi professionisti, che rispettano le norme, condividono con le Amministrazioni Pubbliche restrizioni sempre maggiori. Finalizzate alla tutela della risorsa sono state attuate limitazioni sul pescato, diminuzione delle giornate di pesca e controlli più serrati. Nonché procedure di tracciabilità volte a contrastare la pesca illegale.

Le limitazioni non bastano

Nonostante le limitazioni, gli esiti che ne derivano finiscono per non essere compresi se non attraverso una analisi più ampia. In particolare lo scorso anno, soprattutto nella zona all’interno del Parco di Porto Conte interdetta alla pesca, si sono rilevati indici di calo della risorsa. I quali devono necessariamente essere analizzati con serietà. Infatti, se la risorsa cala proprio dove i professionisti non operano, l’unica risposta plausibile è che la pesca viene effettuata in modo diverso, da soggetti diversi e con metodi diversi. Una azione di tutela della risorsa portata avanti seriamente, in sostanza, non può non tenere conto di un vero contrasto all’illegalità”.

Una maggiore tutela per una pesca sostenibile

In queste ore, attraverso un dialogo con l’amministrazione comunale di Alghero, si cerca infatti di definire una serie di limitazioni ulteriormente penalizzanti per la categoria. Cui necessariamente deve seguire una valutazione attenta ed incisiva di quelle che sono le ricadute di una intera categoria di operatori. Gli esiti quindi che le nuove misure potrebbero avere su di loro. Soprattutto su chi si è sempre attenuto alle misure imposte.

“I pescatori subacquei professionali – evidenzia Mauro Manca – devono necessariamente essere coinvolti nei processi decisionali e nelle loro responsabilità. Cui peraltro non si sono mai sottratti, ed individuando, dove possibile, azioni di sostegno almeno comparabili a quelle che tutte le categorie del Paese”.

Ecco perché “chiediamo al Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, all’assessore all’Agricoltura e al Presidente della Commissione Agricoltura ed a tutti i rappresentanti politici del territorio, di individuare le risorse finanziarie. In modo da consentire di creare le condizioni per una pesca sostenibile, in armonia con una seria azione di tutela della risorsa”.

Una stretta collaborazione tra l’Ente pubblico e gli operatori

Questo progetto infatti, se applicato in stretta collaborazione tra l’Ente pubblico e gli operatori, potrebbe rappresentare un modello da utilizzare per tutta la nostra Regione. Con il risultato di limitare le tensioni sociali e mettere a tacere le tristi esternazioni di carattere puramente demagogico che ormai hanno invaso le testate giornalistiche ed i social.

“Forse – secondo Manca – è arrivato il momento di assumere la decisione di bloccare il rilascio di nuove licenze e pensare ad un percorso di professionalizzazione della categoria. Anche attraverso una selezione ancorata al rispetto rigorose della normativa, così come si sta facendo da qualche anno. Questo percorso però deve essere governato consentendo a chi opera correttamente di trarre dal lavoro un reddito dignitoso”.

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