Strapazzate, in camicia o bollite le uova sono un alimento popolare in tutto il mondo, in particolare per la colazione. Occorre però moderazione nel loro utilizzo.
Questo il suggerimento che arriva da uno studio guidato dalla University of South Australia, pubblicato sul British Journal of Nutrition. Condotta in collaborazione con la China Medical University e la Qatar University, la ricerca longitudinale (1991-2009) è la prima a valutare il consumo di uova in un ampio campione di adulti cinesi. É emerso che le persone che consumavano regolarmente una o più uova al giorno (equivalenti a 50 grammi) aumentavano del 60% il rischio di diabete, mentre un altrettanto importante consumo di uova a lungo termine (superiore a 38 grammi al giorno) aumentava il rischio di diabete di circa il 25%. L’effetto è risultato più pronunciato nelle donne che negli uomini.
«Per sconfiggere il diabete – spiega la dottoressa Ming Li, autrice principale dello studio – è necessario un approccio multiforme che non comprenda solo la ricerca, ma anche un chiaro insieme di linee guida per informare e guidare il pubblico. Questo studio è un passo verso questo obiettivo a lungo termine». Le qualità alimentari dell’uovo sono state apprezzate dall’uomo sin dall’antichità; già nell’antico Egitto si allevavano polli e fu inventato un sistema artificiale di incubazione delle uova, come testimoniano lo storico greco Diodoro Siculo nella narrazione di un suo viaggio in Egitto e il letterato romano Varrone in Rerum rusticarum libri.
I Cartaginesi mangiavano uova di struzzo.
I Cartaginesi, come narra Massimo Montanari nella Storia dell’alimentazione, mangiavano invece uova di struzzo. Anche i Greci consumavano uova di gallina, tant’è che il medico greco Galeno affermava che nella dieta di una persona anziana non dovevano mai mancare. Presso i Romani le uova di gallina, insieme a pane, olive e vino; componevano l’antipasto (gustatio) della cena. Queste facevano parte di in un detto (ab ovo usque ad mala, cioè “dall’uovo alle mele”) che denotava il tipico pasto completo. Nell’ambito della tecnica pittorica, la chiara d’uovo ha trovato impiego per la preparazione dell’amalgama (detta bolo); essa necessaria per la doratura dei dipinti su tavola lignea, elemento caratteristico dell’arte sacra.