Si tratta di satelliti grandi come una scatola di scarpe, in grado di osservare la Terra e lo spazio. Così dal 1998, ne sono stati lanciati più di 1.300.
I Cubesat sono satelliti in miniatura: possono pesare dai 10 grammi a 500 kg, mentre quelli tradizionali vanno dai 750 kg in su. Una differenza non da poco.
Questa enorme differenza di stazza, però, non impedisce ai Cubesat di fare quasi le stesse operazioni dei loro “fratelli maggiori”. Possono scattare foto, girare video, ricevere e trasmettere dati d’ogni genere. Sono più di 1.300 nello spazio dal ’98 ad oggi. I piccoli satelliti hanno inoltre un accesso low cost allo spazio, dal momento che lanciare in orbita una sonda costa circa 10mila euro al kg.
Una rivoluzione per l’osservazione della Terra
Ormai, i cubeast stanno rivoluzionando l’osservazione della Terra e dello spazio, tanto che la Nasa li ha già impiegati con successo persino in una missione nell’orbita di Marte. Merito dei progressi della miniaturizzazione dei componenti elettronici, dai sensori alle antenne. L’nico difetto è senz’altro l’autonomia. Infatti, la vita media di un Cubesat è di 2 anni, contro i 5 dei satelliti tradizionali. Questo ovviamente implica delle differenze notevoli dal punto di vista della produzione e dell’utilizzo, da momento che i satelliti normali durano più del doppio rispetto ai piccoli.
Made in USA
Ma chi ha inventato i Cubesat? Sono nati negli Stati Uniti come esercitazione per gli studenti di ingegneria aerospaziale. Ora potranno aiutarci non solo a migliorare l’osservazione della Terra e la copertura di Internet in tutto il mondo, ma anche a esplorare lo spazio profondo. Presto saranno spediti nell’orbita della Luna e di alcuni asteroidi. E l’Italia, in questo campo, giocherà senz’altro un ruolo di primo piano. Vi sono grandi scoperte in vista grazie a questi piccoli satelliti nello spazio.