Rischio di nuova caduta per l’Italia, con il PIL del IV trimestre atteso di nuovo in calo. Lo rivela il rapporto mensile della Federazione degli industriali
La domanda interna è fragile, e “con la seconda ondata di pandemia è previsto un nuovo stop a fine 2020” per gli scambi del commercio mondiale. Tra le criticità sottolineate da Viale dell’Astronomia, il peggioramento dei servizi e dell’industria che vede una risalita stoppata. Altra criticità segnalata da Confindustria è lo stop dell’occupazione che si è “di nuovo appiattita a settembre”, dopo la risalita temporanea stagionale estiva, a luglio e agosto.
“La disoccupazione sembra ripuntare verso il basso, come a marzo-aprile, per la contrazione della forza lavoro. Il quarto trimestre anche per l’occupazione si preannuncia in negativo” spiegano ancora dal Centro studi di Confindustria.
Accelerazione del credito alle imprese
Per quanto riguarda la dinamica del credito alle imprese, questa a settembre ha accelerato ulteriormente (+6,8% annuo, da -1,0% a gennaio), per fronteggiare la carenza di liquidità. In dettaglio i prestiti con garanzie pubbliche sono saliti sopra quota 110 miliardi a novembre, pesando sul debito bancario (da 16,5% a 18,9% del passivo) e sugli oneri finanziari, a scapito delle risorse per investimenti.
Rallenta anche l’Europa
Anche la crescita dell’Eurozona frena. Dopo il rimbalzo del Pil nel III trimestre (+12,6%), si è avuta una frenata a ottobre. “Ciò – spiega il Centro studi di Confindustria – è sintesi di dinamiche divergenti: negativa per i servizi, dove è atteso un ulteriore calo di domanda, per le nuove restrizioni; buona per l’industria, che è sostenuta da un ricco portafoglio ordini. In Germania l’impennata della produzione industriale ha alzato di 5 punti l’utilizzo degli impianti”. L’analisi mette anche in evidenza come il tasso sovrano in Italia sia rimasto basso (0,66% medio il Btp decennale a novembre), “nonostante qualche volatilità”. Anche lo spread sulla Germania ha tenuto, sui bassi valori di ottobre (+1,23%). “Una buona notizia – sottolinea la nota – rispetto al balzo di marzo, quando l’Italia era percepita come più rischiosa”.
Resiste a fatica l’export di beni
Tra i pochi dati non negativi segnalati dal centro studi di Confindustria l’export di beni “rimbalzato del 30,3% nel 3° trimestre (-3,2% dai valori di febbraio)” per un recupero relativo a tutte le principali tipologia di beni e a tutti i maggiori mercati, seppure con tempi diversi, con le indicazioni all’inizio del quarto trimestre positive sulla risalita gli ordini manifatturieri esteri.
Ma anche qui gli economisti di Confindustria mettono in guardia sulla possibilità concreta di una nuova caduta a fine 2020, soprattutto per il turismo, sempre a causa della crisi pandemia.