Le note di Jacopo Incani, meglio conosciuto come Iosonouncane rompono ancora una volta la monotonia della musica italiana
Jacopo Incani o meglio Iosonouncane nasce in Sardegna (a Buggerru, classe 1983) ed è uno degli artisti più originali della generazione artisti indipendenti della musica italiana negli ultimi tempi. Cinque anni fa usciva DIE, disco acclamato da pubblico e critica e considerato all’unanimità come una delle migliori uscite in Italia negli ultimi venti anni. Iosonouncane è un musicista che non sente il bisogno di fare dischi per forza. Lui sceglie di farli quando ha davvero qualcosa da dire.
Il ritorno, il più atteso sulle scene musicali
A causa della pandemia in corso, il suo terzo album IRA, non è ancora uscito pubblicamente. Le date sono state rimandate ancora e ancora, per questo l’uscita del disco è ormai rinviata all’anno 2021. Oggi ritorna con una doppia novità: il nuovo singolo Novembre e una cover del classico Vedrai, vedrai di Luigi Tenco.
Il nuovo singolo, Novembre, è a modo suo un evento che segna la rinascita della Numero uno, storica etichetta discografica fondata nel 1969 da Mogol, che ha pubblicato i dischi di Lucio Battisti negli anni Settanta. Nella traccia il pianoforte suona in una malinconica atmosfera in cui l’ascoltatore ci si può immergere. Nel brano viene ricostruita un’ambientazione contadina e le sue difficoltà quotidiane. Le parole prendono forma; Jacopo Incani appartiene al cantautorato retro e pieno di eleganza. La sua sinfonia è prodotta con misura, dove ogni suono è fondamentale.
Vedrai, vedrai: una canzone, una chiesa sacra
Vedrai Vedrai (di Luigi Tenco) è un luogo sacro, su cui è difficile anche pensare di poterci lavorare, come un luogo in cui si dovrebbe entrare in punta di piedi, con rispetto. Iosonouncane decide di omaggiare un pezzo appartenente agli anni ’60. Qualcuno potrebbe aspettarsi lo stravolgimento di un pezzo ‘intoccabile’, invece il nostro artista ha concepito una cover unica. Ha avuto la capacità di capire il brano, sapeva dove poteva lavorare e conosceva allo stesso tempo i punti in cui fermarsi, muovendosi in modo misurato dentro il pezzo.