Per gli amanti di pinne e boccaglio quest’anno c’è un motivo in più per entrare in acqua a fare snorkeling e immersioni.
La scienza. Due interessanti iniziative, simili ma disgiunte, lanciano un appello agli appassionati del mare, chiamati a dare una mano ai ricercatori nel reperimento di dati sulle specie che abitano il Mar Mediterraneo. Col fine di ottenere informazioni sul suo stato di salute. La prima, in particolare, si concentra sul fenomeno delle specie invasive.
I Seawatchers contro le specie aliene
Questa iniziativa nasce nel 2012 al fine di comprendere e monitorare l’invasione del Mediterraneo da parte di specie aliene provenienti da altri mari. «Si tratta di una piattaforma coordinata dall’Istituto delle Scienze Marine di Barcellona (CSIC) – spiega il biologo marino Paolo Balistreri, intervistato sull’ultimo numero di rivista Natura Air – che vede scendere in campo non solo gli scienziati, ma anche i cittadini, che con le loro osservazioni ed esperienze possono contribuire al monitoraggio dello stato di salute e della biodiversità – e quindi anche delle specie aliene – del Mediterraneo.
Una minaccia per gli ecosistemi
Queste specie sono invasive, quando riescono a stabilirsi e a propagarsi diventano una minaccia per ecosistemi, habitat e comunità native». Ne sono esempio l’alga verde Caulerpa cylindracea che reca danni alle comunità di posidonia oceanica quando queste si trovano in sofferenza o regressione. La medusa Rhopilema nomadica, che con la sua presenza massiva provoca danni al turismo e alla pesca, o il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus). Le cui carni sono altamente tossiche per l’uomo anche dopo la cottura. Ma anche il pesce scorpione (Pterois miles), dalla puntura estremamente dolorosa e dall’appetito così vorace da impoverire la fauna ittica dell’area in cui vive. Per saperne di più sulle specie aliene del mediterraneo clicca qui.
Come partecipare e diventare Seawatchers
La scienza. Basta entrare sul sito www.observadoresdelmar.es, registrasi e postare la foto dell’organismo riconosciuto tra quelli presenti all’interno dell’elenco aggiungendo posizione geografica, profondità, tipo di fondale ed eventuali osservazioni. Il team scientifico valuterà la validità della segnalazione, comunicando l’esito al cittadino via email. Ulteriori informazioni sul tema si trovano anche su Facebook alle pagine Seawatchers Italia alghe aliene e Oddifish.
I Sea Sentinels
Il Marine Science Group dell’Università di Bologna, insieme al Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano, ha avviato a partire da marzo un progetto che coinvolge tutti i cittadini. Il progetto DUE project (Divers United for the Environment) prevede il coinvolgimento dei Sea Sentinels, volontari non professionisti. Si tratta di un programma scientifico secondo il metodo del Citizen Science consente la raccolta di un’elevata quantità di dati, aumentando al contempo la coscienza ambientale dei partecipanti al progetto.
I dati all’Università
La scienza. Anche in questo caso, i subacquei al termine dell’immersione indicano su un’apposita scheda presenza e abbondanza delle specie marine osservate. I dati vengono poi inviati all’Università di Bologna e successivamente elaborati dai ricercatori. I risultati andranno a sommarsi a quelli del precedente monitoraggio Sub per l’Ambiente svolto tra il 2002 e il 2005, traendo interessanti informazioni sull’attuale stato di salute del Mar Mediterraneo.