Nel giorno in cui si certificano in Italia 13mila contagi in meno rispetto alla settimana precedente, il ministro della Salute Roberto Speranza predica cautela.
Perché se è “è vero che la curva epidemica è incoraggiante, è vero anche che sono numeri imponenti e sarebbe un errore grave abbassare la guardia”. Anche per questo motivo il titolare della Salute, ospite a Che tempo che fa su Rai 3, frena sul libero movimento durante le festività sottolineando che, seguendo il modello attuale, gli spostamenti interregionali potrebbero avvenire solo se tutte le Regioni finissero in zona gialla.
“La situazione è molto seria – dice Speranza – e non può assolutamente essere sottovalutata. Abbiamo quantità altissime di nuovi casi e decessi che devono fare riflettere. Da due settimane i numeri sono in controtendenza, l’Rt è sceso e i nostri tecnici pensano che potrà ancora scendere nei prossimi giorni. Questo significa che le misure stanno dando i primi effetti. Sono i primissimi effetti e non sono sufficienti. Bisogna resistere e tenere duro”.
Cautela soprattutto in previsione delle feste natalizie: “Dovremo valutare con attenzione i numeri dei prossimi giorni – dice Speranza – È comprensibile che un territorio voglia uscire dalla zona rossa ma ci vuole prudenza. Le misure stanno dando i primi risultati ma abbiamo bisogno di discutere con gli scienziati e i tecnici. Io lavoro con tutti i presidenti di Regione senza distinzione politica e dico no alle polemiche. Lo spostamento tra Regioni per Natale, per il modello che utilizziamo, può avvenire solo se tutte le regioni andassero in zona gialla ma in questo momento dobbiamo evitare tutti gli spostamenti che non sono necessari. Dobbiamo pianificare le vacanze con prudenza”.
In ogni caso “sarà un Natale diverso e più sobrio, in cui dovremo evitare spostamenti che non sono essenziali. Dobbiamo tenere alto il livello di prudenza mantenendo la sobrietà e scegliendo ciò che è essenziale”.
Spazio, nell’intervista da Fabio Fazio, anche al tanto atteso vaccino. Il ministro della Salute ricorda che “le prime dosi arriveranno nel nostro Paese a fine gennaio, ma nella migliore delle ipotesi avremo vaccini per 1,7 milioni di persone per poi avere una vaccinazione di massa in primavera”. E la priorità sarà vaccinare i più fragili, su base però volontaria. “Io penso che l’Italia debba provare a raggiungere l’immunità di gregge con la persuasione e non con la obbligatorietà” precisa Speranza. Per la più grande campagna di vaccinazione della storia d’Italia servirà un’enorme fornitura di aghi e siringhe, che al momento non abbiamo a sufficienza. “La gara europea è in corso – ribatte il ministro – ma nel contempo il commissario Arcuri sta organizzando perché l’Italia abbia una sua autonomia”.