“Nelle città si dimentica che cosa sia un uomo. È ridotto alla sua funzione: postino, venditore, vicino che vi disturba. È in fondo al deserto che si scopre al meglio ciò che è un uomo”.
Antoine de Saint-Exupéry: città-Natura. Ormai questo accostamento è sempre più visto come una dicotomia, a volte con un punto di vista estremamente manicheo. Tuttavia è proprio l’uomo che ha reso le città così lontane dalla Natura, persino dal loro contesto, pianura o grande vallata che sia.
Nonostante ciò è pur vero che in questi ultimi tempi riusciamo a intravvedere alcuni progetti che potrebbero diffondersi capillarmente e rendere le città più vivibili, meno alienanti. è comunque un dato di fatto che ci sono immense differenze tra queste due realtà. Ma anche se in passato hanno creato sempre più muri sotto tutti i punti di vista – umani, politici, ambientali – chi ha detto che non si possono abbattere?
La Natura insegna
La Natura stessa lo insegna. Quante volte essa si riappropria del terreno perso e copre muri e strade fino a renderli invisibili? Il problema forse non è nella città in sé, ma come si vive in essa o, peggio, come ci portano a vivere la frenesia, la smania di successo e apparenza, l’indifferenza. A tutto può esserci una risposta o quanto meno una via di ricerca. Antoine de Saint-Exupéry lo sottolinea in modo molto diretto.
Innanzitutto il primo errore delle città (e chiamiamo in causa anche i paesi sparsi in provincia) è dimenticarsi di cosa sia un uomo. Si smarrisce l’identità umana in quella omologazione esteriore e interiore e ancora peggio si associa un individuo solo a ciò che fa o ha e quindi lo si riduce ad una funzione.
Un uomo prima d’ogni cosa è, punto
Mentre la Natura insiste sempre su una cosa essenziale: essere, non avere, non fare, come d’altra parte insistono le grandi religioni e i grandi maestri di sempre. Un uomo prima d’ogni cosa è, punto. Tutto il resto dovrebbe arrivare di conseguenza. E l’autore francese magistralmente indica un luogo meditativo per eccellenza: il deserto. Un luogo troppo spesso etichettato come inutile, privo di vita e interesse. Invece proprio per le sue caratteristiche si presta al raccoglimento necessario per trovarsi. Un luogo forse anche pericoloso, ma capire chi siamo non è facile, richiede fatica, tempo, esperienze e incontri.
Cristo ha compreso una cosa fondamentale nel deserto, Dante ha affrontato la selva, ognuno di noi potrà avere il proprio deserto. Cerchiamolo e scopriamo al meglio ciò che siamo, ciò che è l’uomo e il beneficio non avrà prezzo.