Le api che vivono in zone dove l’inquinamento dell’aria è più alto mostrano evidenti segni di sofferenza: sono più pigre, stressate e a rischio di malattie.
Negli ultimi anni si parla con allarmante regolarità dello stato di salute delle api nel mondo. Secondo alcuni studi starebbero andando incontro a un declino talmente rapido che potrebbe portarle all’estinzione. E la scomparsa delle api creerebbe enormi problemi a tutti gli ecosistemi. Cambiamenti climatici, distruzione dell’habitat, monocolture, pesticidi. Sono alcune delle cause della sindrome dello spopolamento degli alveari. Ora ne possiamo aggiungere un’altra, stando a uno studio pubblicato su PNAS l’inquinamento atmosferico.
Dov’è la novità?
Lo studio, condotto in India, non è il primo che evidenzia come l’inquinamento atmosferico possa creare problemi alle api. Uno studio del 2019, per esempio, dimostrava che i fumi di scarico delle auto interferiscono con i profumi che “guidano” le api verso i fiori di cui si nutrono.
Geetha Thimmegowda, ha però voluto analizzare la situazione non di Apis mellifera, l’ape domestica. In questo modo, i ricercatori hanno potuto verificare l’effetto di diverse concentrazioni di inquinamento sugli stessi esemplari nel corso di tre anni. In un’analisi che si è svolta intorno all’area metropolitana di Bangalore, una delle zone più inquinate dell’India (e del mondo).
Gli effetti dell’inquinamento
I risultati non sono rassicuranti. Innanzi tutto, gli scienziati hanno verificato che più un’area è inquinata, più è bassa la concentrazione di api. E di conseguenza le piante locali hanno meno impollinatori a disposizione. Inoltre, le api recuperate in queste zone dimostravano evidenti segni di sofferenza. Un sistema immunitario più debole, segni di aritmia cardiaca e stress, tracce di arsenico e piombo sul corpo, aspettativa di vita più bassa della norma. Gli autori spiegano che bisogna prendere i dati con prudenza. Perché non è facile separare l’effetto diretto dell’inquinamento atmosferico da altri potenziali problemi di salute non ancora identificati. Ma anche che hanno ripetuto l’esperimento usando questa volta i moscerini della frutta, e hanno ottenuto risultati simili.
Questi effetti negativi potrebbero essere amplificati su altre specie di ape: quelle indiane sono nomadi e possono imparare a evitare le aree troppo inquinate, ma quelle comuni (le nostre, per intenderci) hanno un areale molto più ristretto e fanno più fatica a sfuggire all’inquinamento e ricostruire le colonie in un luogo più sicuro.