L’Università di Cagliari aderisce al progetto per l’inserimento dei nuraghi nel patrimonio dell’UNESCO. E indica sette docenti del comitato scientifico.
PER IL RICONOSCIMENTO DEI MONUMENTI DELLA CIVILTA’ NURAGICA NEL PATRIMONIO CULTURALE UNIVERSALE dell’UNESCO.
Ne rimangono in piedi circa settemila (secondo alcune fonti ottomila), sparsi su tutta l’isola, mediamente uno ogni 3 km²,
LA SODDISFAZIONE DEL RETTORE E DEL PRESIDENTE DEL COMITATO PROMOTORE.
L’Università degli Studi aderisce al progetto che punta al riconoscimento dei Monumenti della Civiltà nuragica, cioè i nuraghi, nel Patrimonio Culturale Universale dell’Unesco. E’ stato presentato dall’associazione “La Sardegna verso l’Unesco”.
Lo ha così deliberato all’unanimità questa mattina il Senato accademico dell’Ateneo, riunito in modalità da remoto.
“Credo sia importante la collaborazione attiva dell’Ateneo a questa bellissima iniziativa per l’UNESCO. Ha sottolineato Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari. “Sarà di sostegno e supporto per rafforzare la validità culturale, già di notevole portata, della richiesta di riconoscimento avanzata”.
Nella stessa seduta, l’organo collegiale ha concesso il nulla osta. Alcuni docenti faranno parte del Comitato scientifico del progetto. Costituito dall’associazione per predisporre il progetto definitivo che sarà presentato per il riconoscimento.
Affinchè sia rappresentativo delle migliori competenze di settore, saranno coinvolti vari docenti: Riccardo Cicilloni, Carlo Lugliè, Rossana Martorelli del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali. Gianluigi Bacchetta e Susanna Salvadori del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Giorgio Massacci e Marco Cadinu del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura.
“Esprimo un duplice auspicio – è il commento di Ignazio Putzu, direttore del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali. Da un lato, che il progetto possa attualizzare le sue importanti potenzialità scientifico-culturali attraverso il pieno coinvolgimento e il contributo critico del Comitato Scientifico; dall’altro, che tale attualizzazione abbia come via maestra il presupposto culturale che giustamente fonda l’intera idea. Ossia una visione integrata della cultura nuragica nell’UNESCO, per la quale non si tutelano solo le singole evidenze monumentali, ma l’intero insieme come espressione di un sistema, indissolubilmente legato al territorio in quanto dimensione geografico-naturale e storico-antropica. In conclusione in quest’ottica, il progetto dovrà farsi necessariamente e coerentemente portatore di una istanza di tutela di tutti i contesti ambientali. Contesti che ospitano le rimanenze della civiltà nuragica, a partire dai delicati sistemi rurali”.