coccodrillo

Le “lacrime di coccodrillo” sono simili alle nostre

Secondo un nuovo studio, questa scoperta potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti migliori per persone con patologie oculari.

Le “lacrime di coccodrillo”: molti di noi pensano che le lacrime siano un fenomeno umano, facente parte della complessa struttura delle emozioni dell’uomo. Ma queste non servono solo per piangere: tutti i vertebrati, anche i rettili e gli uccelli, producono lacrime, fondamentali per mantenere una vista sana.

Lo studio sulle lacrime

Uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Veterinary Science, rivela che le lacrime di specie non umane non sono così diverse dalle nostre. Le analogie chimiche sono tali, infatti, da far pensare che la composizione delle lacrime di altre specie possa fornire indicazioni su come migliorare i trattamenti per le malattie dell’occhio umano.

In precedenza, gli scienziati avevano studiato da vicino solo le lacrime di qualche mammifero, tra cui l’uomo, cani, cavalli, cammelli e scimmie. Nel nuovo studio i veterinari brasiliani hanno analizzato per la prima volta le lacrime di rettili e uccelli, concentrandosi su sette specie. Il barbagianni, l’ara gialloblu, la poiana beccogrosso, l’amazzone fronteblu, il caimano dal muso largo, la tartaruga caretta e la tartaruga a zampe rosse.

La misteriosa tendenza dei coccodrilli a rilasciare lacrime

Le lacrime, che vengono emesse dai dotti lacrimali o da altre ghiandole simili, formano sull’occhio una pellicola composta da muco, acqua e olio. Il muco ricopre la superficie dell’occhio e aiuta a fissare a questo la pellicola. L’acqua è una soluzione salina naturale contenente proteine ​​e minerali essenziali. L’olio impedisce all’occhio di seccarsi. L’uomo è l’unica specie nota a produrre lacrime emotive. L’espressione Le “lacrime di coccodrillo”, che si riferisce alla finta manifestazione di emozioni di una persona. Deriva dalla misteriosa tendenza dei coccodrilli a rilasciare lacrime mentre mangiano.

Le lacrime hanno un ruolo chiave

Le “lacrime di coccodrillo” svolgono un ruolo chiave oltre al pianto, osserva Lionel Sebbag, oculista veterinario presso l’Università statale dell’Iowa ad Ames, che non è stato coinvolto nella nuova ricerca. Aiutano la vista lubrificando l’occhio e liberandolo dai corpi estranei. Inoltre lo proteggono dalle infezioni e assicurano nutrimento alla cornea, lo strato esterno trasparente dell’occhio, che è privo di vasi sanguigni, afferma. “È uno sguardo molto interessante sul fenomeno, in una varietà di specie molto diverse” afferma Sebbag riferendosi al nuovo studio.

Come si analizzano le lacrime 

La responsabile dello studio Arianne Pontes Oriá, veterinaria presso l’Università federale di Bahia in Brasile, sapeva già che i caimani possono tenere gli occhi aperti senza sbattere le palpebre fino a due ore. L’uomo, al contrario, sbatte le palpebre ogni 10-12 secondi. Sbattere le palpebre serve a distribuire le lacrime sulla superficie dell’occhio, tenendolo umido e mantenendo la vista stabile. Le lacrime secche di una tartaruga marina caretta mostrano uno schema unico, quando cristallizzano. Questi schemi variano ampiamente tra le specie, e questo è uno degli aspetti più sorprendenti rilevati dalla ricerca.

Le lacrime degli animali

Le “lacrime di coccodrillo”: per analizzare le lacrime dei caimani e delle altre sei specie, Oriá e i suoi colleghi hanno lavorato su 65 animali in cattività. Presso un centro di conservazione, una struttura per la cura degli animali e un allevatore professionista in Brasile. In conformità con le disposizioni delle varie agenzie governative, campioni di lacrime dagli occhi degli animali. Usando strisce reattive o una siringa, oltre alle lacrime di 10 volontari umani sani. Gli scienziati hanno poi utilizzato kit speciali progettati per misurare la quantità di particolari sostanze chimiche e composti, come gli elettroliti e le proteine.

Sorprendentemente – dato che uccelli, rettili e mammiferi producono lacrime da strutture diverse – le lacrime di tutte le specie, comprese quelle umane, sono risultate avere una composizione chimica simile. Con quantità simili di elettroliti, sebbene le lacrime di uccelli e rettili presentassero concentrazioni leggermente più alte. Questa differenza può essere dovuta al fatto che queste specie vivono in acqua e in aria, ambienti che possono essere dannosi per la superficie dell’occhio. Potrebbero quindi essere necessari livelli più elevati di elettroliti nelle loro lacrime per proteggerli dall’infiammazione, afferma Oriá.

Le lacrime umane 

Le lacrime umane, così come quelle di caimani e barbagianni, sono risultate avere livelli di proteine ​​più elevati rispetto alle altre specie. Tali proteine ​​sono importanti per mantenere la stabilità della superficie oculare. Le alte concentrazioni di proteine in caimani e barbagianni potrebbero essere date dal fatto che entrambe le specie hanno occhi grandi e presentano lunghi intervalli di chiusura. I caimani inoltre vivono con gli occhi immersi in acqua dolce per lunghi periodi di tempo, e hanno bisogno dunque di lacrime molto stabili.

I ricercatori hanno analizzato anche gli schemi di cristallizzazione che le lacrime hanno formato asciugandosi, una tecnica spesso utilizzata per diagnosticare malattie degli occhi. Questa è stata la sorpresa più grande, spiega Oriá. “Abbiamo rilevato una variazione maggiore nei cristalli lacrimali che nella composizione delle lacrime stesse”. I cristalli di lacrime delle tartarughe marine sono straordinariamente unici, dice, “anche in questo caso, probabilmente a causa del loro adattamento agli ambienti acquatici”.

Tartarughe marine

È risultato inoltre che le tartarughe marine hanno le lacrime in assoluto più dense di tutti gli animali, motivo per cui i ricercatori hanno dovuto raccoglierle usando una siringa. “Vivendo in acqua salata hanno bisogno di lacrime adatte a quell’ambiente.”, afferma Oriá. La maggiore quantità di muco denso presente nella pellicola lacrimale delle tartarughe probabilmente protegge la loro vista. Senza questa spessa pellicola, le loro lacrime verrebbero diluite, e sarebbero inutili.

Proteggere la vista di tartarughe marine, persone, cani e gatti

Fornendo informazioni su come proteggere la vista, ad esempio, delle tartarughe marine – specie in pericolo di estinzione – questo studio potrebbe essere utile alle azioni di tutela e conservazione. “Se capiamo cosa compone una pellicola lacrimale sana, allora possiamo capire come gli agenti inquinanti o altri impatti ambientali possono danneggiare gli occhi degli animali”, afferma Oriá.

Le “lacrime di coccodrillo”: comprendere come rettili e uccelli usano le lacrime può anche essere di ispirazione per nuovi farmaci per patologie come la secchezza oculare. Questa malattia, comune in gatti, cani e persone, a volte può portare alla cecità.

Questa ricerca mostra quanto poco sappiamo sulle lacrime e sulla loro funzione negli esseri umani e in altri animali, osserva Brian Leonard, oculista veterinario presso l’Università della California a Davis. “È un campo importante ma molto poco conosciuto”, afferma, “quindi questo studio è interessante su più livelli”.

 

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