Il dolore dei familiari delle vittime. La disperazione di chi ha perso tutto. Ma anche la forza di volontà. Quella di chi ha trascorso la notte a spalare fango. E la solidarietà di tanti volontari giunti da ogni angolo della Sardegna.
Bitti, all’indomani dell’alluvione in Sardegna che ha causato tre morti, è un paese in ginocchio. L’isola piange le vittime dell’assurda tragedia di questo fine settimana.
In sei ore sono scesi dal cielo 313 mm d’acqua. Le immagini sono scioccanti: strade e piazze distrutte, case invase da fango e detriti. Allevatori isolati nelle campagne, danni per milioni di euro. La domenica più triste nella storia di questo paese, 2700 abitanti nel cuore della Barbagia, era cominciata con il ritrovamento del corpo di Lia Orunesu, l’anziana travolta dalla furia dell’acqua e del fango, sull’uscio di casa, e dispersa da ieri mattina. Il cadavere era a un chilometro di distanza dalla sua abitazione, scoperto dai volontari della Protezione civile nei pressi del vecchio campo sportivo.
Il maltempo ha interessato ieri sera anche la Sicilia, con nubifragi e una tromba d’aria che ha colpito la periferia di Catania. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha dichiarato lo stato di calamità, disponendo la ricognizione dei danni nel Ragusano, nel Palermitano e nel Catanese A Bitti, in Sardegna, «lo scenario è apocalittico, un evento tre o quattro volte superiore a ciò che si era verificato nel 2013 con il ciclone Cleopatra», racconta il sindaco Giuseppe Ciccolini, che ha ricevuto la visita del capo della Protezione civile Angelo Borrelli con i presidenti della Giunta regionale Christian Solinas e del Consiglio regionale, Michele Pais. Mentre domattina arriverà il sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi. Anche l’Esercito, con la Brigata Sassari e gli specialisti del 5° reggimento genio guastatori, di stanza a Macomer, ha raggiunto Bitti con personale e macchine movimento terra.