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Uragani atlantici, 2020 anno da record

Il 2020 è stato un anno molto attivo per quanto riguarda gli uragani, raggiungendo un record di cicloni registrati.

Il 2020 è stato un anno inusualmente attivo per quanto riguarda gli uragani. Questi sono apparsi in numero superiore e spesso sono arrivati anche presto rispetto alle previsioni. Rispetto ad un record massimo precedente di 28 uragani nella stagione del 2005, la stagione 2020 ha stabilito un record di 30 tempeste nominate. La stagione degli uragani atlantici del 2020 è quindi una stagione da vero e proprio record.

Per “tempeste nominate”, come spiega Scientific American, si intendono quelle tempeste tropicali con una velocità del vento che superi almeno le 39 miglia orarie (62 km/h). Secondo gli scienziati, si è trattata di una stagione molto attiva in termini di uragani anche perché le acque oceaniche quest’anno erano molto calde. Spesso questo dà il via alla nascita degli uragani. Gli oceani stanno assorbendo livelli di calore sempre più alti, calore che proviene dalla superficie. Questo si ritiene sia causato, in eccesso, dalla presenza di gas serra nella stessa atmosfera.

Le acque, rispetto agli anni passati, sembrano riscaldarsi già all’inizio della stagione e, secondo i ricercatori, nei prossimi anni verranno battuti nuovi record. Intanto i meteorologi hanno già utilizzato tutti i nomi presenti nell’elenco ufficiale di quelli che possono essere utilizzati per nominare le tempeste del 2020. Proprio come è successo solo una volta, nel 2005, hanno cominciato a fare ricorso all’alfabeto greco supplementare per ideare nuovi nomi.

Tra gli uragani atlantici maggiormente distruttivi avvenuti quest’anno c’è l’uragano Eta, di categoria 4. Dopo essere nato nelle acque del Mar dei Caraibi, ha attraversato la Florida e si è distinto come il secondo uragano più forte mai registrato nel mese di novembre e il secondo più forte dell’intera stagione degli uragani del 2020, superato solo dall’uragano Iota.
Quest’ultimo è stato un uragano di categoria 5. Segnalato per la prima volta l’8 novembre nel Mare dei Caraibi, Iota ha raggiunto nazioni quali il Nicaragua, la Colombia e l’Honduras creando danni non indifferenti.

About Letizia Gusai

Appassionata di lettura e scrittura, sta terminando il suo percorso di studi in Beni Culturali e Spettacolo. Adora viaggiare e guardare film.

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