Con la pandemia, il consumo elettrico è aumentato. Infatti, si trascorre più tempo a casa, specie con lo smart working.
C’è una conseguenza, riguardo alla pandemia da COVID-19, come spiega un professore di economia della Tufts, Steve Cicala, in un articolo sul sito della sua facoltà. Si tratta dell’aumento delle bollette elettriche.
Restare di più a casa, a volte addirittura tutto il giorno, per esempio in smart working, significa consumare anche più energia elettrica.
Un costo finanziario non indifferente secondo il ricercatore che ha analizzato l’uso domestico di elettricità negli Stati Uniti.
Si è accorto che, in questi mesi di pandemia, il consumo è aumentato del 10% rispetto ai mesi prima della pandemia.
In totale, il consumo di energia elettrica è aumentato di quasi 6 miliardi di dollari, rispetto ai livelli normali prima del Covid-19, da aprile a luglio.
Si tratta di statistiche che in realtà sono controcorrente rispetto a quelle degli anni precedenti. Quando l’uso di elettricità, negli Stati Uniti, è diminuito a causa di vari fattori.
Innanzitutto, era diminuito per l’utilizzo di luci LED e poi per il crescente utilizzo dei pannelli solari sul tetto. Quindi per l’uso di apparecchi che, effettivamente, consumano meno.
Si tratta di un “cambiamento enorme”, come lo definisce lo stesso Cicala.
Si può collegare la politica ambientale a quella energetica considerando che, fino all’inizio della pandemia, i consumi di elettricità stavano diminuendo di circa l’1% ogni anno.
La domanda, ora, sorge spontanea ed è la stessa a cui risponde Cicala.
In contemporanea con l’aumento del consumo elettrico c’è stata una diminuzione del consumo industriale?
In effetti c’è stato, dichiara il ricercatore.
Anzi, la diminuzione dei consumi di energia elettrica da parte delle aziende è stata ancora maggiore.
Anche se, dopo maggio 2020, questi stessi consumi sono ritornati quasi agli stessi livelli del periodo precedente alla pandemia.