Gli attori del Cada Die teatro, hanno deciso di esibirsi nel carcere di Isili e di Uta il 10 e il 18 dicembre alle ore 11
Mercoledì 9 dicembre alle 11, si terra la conferenza stampa online di presentazione ‘Arcipelaghi: isole differenti in uno stesso mare’. Gli attori del Cada Die Teatro, Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu mettono in scena per i detenuti della Colonia Penale di Isili (10 dicembre) e della Casa circondariale di Uta (18 dicembre) lo spettacolo ‘Arcipelaghi’ tratto dal libro di Maria Giacobbe.
Lo spettacolo, che sarà trasmesso in diretta all’interno del carcere, sarà poi occasione di confronto tra artisti e detenuti al termine dell’esibizione.
Oltre ai protagonisti saranno presenti il regista Alessandro Lay, il Direttore degli Istituti di Isili e Uta, Marco Porcu. La Capo Area Educativa, responsabile dei funzionari giuridico-pedagogici della Casa circondariale di Uta, Giuseppina Pani.
Per aspera ad astra: una nuova iniziativa
Questo progetto si interseca strettamente con un’altra iniziativa del Cada Die: Per ‘aspera ad astra‘ (dal latino: attraverso le asperità, sino alle stelle), condivisa con altre 11 compagnie teatrali italiane che operano in altrettante strutture carcerarie.
Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti della Fondazione di Sardegna, ente finanziatore del progetto.
Qui il link us02web.zoom.us/j/81880098038 per accedere alla conferenza stampa su Zoom che sarà trasmessa anche sul canale facebook della compagnia
L’esibizione
Arcipelaghi, come si evice dal titolo, racconta non una ma più vicende, non espone una verità. Come fossero vere e proprie isole che man mano affiorano, porta a galla le diverse visioni di ognuno dei personaggi. Tutto ciò fino a formare appunto un “arcipelago” di verità in cui decidere cos’è giusto e cosa no resta un compito del lettore o, nel nostro caso, dello spettatore.
Il teatro, come tutta l’arte, ha il compito e il dovere non tanto di dare risposte ma di porre domande, possibilmente scomode e di non facile soluzione. Domande che costringano a riflessioni profonde. Domande che invitino lo spettatore a prendere posizione su quello che dal palcoscenico gli viene proposto.