Che destino quello del gatto. Fra tutti gli animali domestici è quello che più ha subito alterne vicende nella storia
Adorato nell’Antico Egitto. Quasi ignorato nel periodo greco e romano. Riprende ancora il ruolo di divinità. Questa volta malefica e negativa, nel medioevo. Resta comunque il fatto del rapporto con l’uomo. Gli ha sempre riservato o attribuito qualità. Meriti o demeriti che vanno al di là di un qualsiasi animale domestico. Forse proprio per quella indecifrabilità innata nel suo essere e nella sua personalità.
Gli antenati dei gatti domestici sono vissuti ben 10 milioni di anni fa. Si tratta della famiglia dei Felidi. A loro appartengono anche i mici di oggi. Ma chi ha avuto il merito di addomesticare un predatore come il gatto? Non sappiamo con certezza quando ebbe inizio questo processo. Ma prove certe di convivenza tra gatto e uomo si trovano già nell’antico Egitto. E le testimonianze ci fanno ritenere che in quel periodo il gatto se la passava bene. La sua capacità di proteggere i granai era molto apprezzata.
In seguito venne considerato, grazie ai suoi magnifici occhi, come manifestazione terrena di importanti divinità. Per questo fu consacrato alla dea Bastet, la dea gatto, protettrice della famiglia, dei bambini, delle donne. Quindi venerato e coccolato. Nutrito con cibi raffinati. Infine ornato con pietre preziose. Chi osava ucciderlo rischiava molto. Era prevista la pena di morte.
Quando abbandonava la vita terrena veniva imbalsamato e sepolto come una persona. Intorno al 1850 fu scoperto un cimitero che ospitava oltre 3000 mummie feline. La venerazione degli egizi per il gatto fu sfruttata in guerra dai persiani. In battaglia usarono i felini come scudo. La convinzione era che i nemici non avrebbero osato far loro del male.
Oggigiorno il gatto è un animale domestico molto amato ma purtroppo, a volte, vive da randagio.