Quello ai polmoni è uno dei tumori che ancora oggi uccide di più. Ogni anno le vittime sono tantissime, 35mila nel nostro Paese.
A cinque anni dalla diagnosi solo il 16% delle persone che si ammalano riesce a sopravvivere al tumore ai polmoni. Una nuova speranza per rendere questa malattia più curabile arriva dallo studio recentemente pubblicato su Nature Cell Biology e firmato dai Professori Alessandro Rimessi e Paolo Pinton del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara, insieme alla Professoressa Georgia Konstantinidou dell’Università di Berna, in Svizzera.
Il gruppo ha individuato un nuovo possibile bersaglio farmacologico utile a contrastare l’adenocarcinoma, una delle forme più aggressive e più diffuse di tumore al polmone.
“L’adenocarcinoma rappresenta il 60% dei tumori ai polmoni. Si tratta di una forma che viene diagnosticata tardivamente, quando il tumore nei polmoni è in stadio avanzato e ha invaso altri tessuti, e per questo con probabilità di sopravvivenza molto basse. Ad aggravare la situazione si aggiunge l’assenza di terapie farmacologiche con effetti benefici persistenti” spiega Pinton.
Per aumentare la probabilità di sopravvivenza, le ricercatrici e i ricercatori stanno cercando di far luce sui meccanismi. Che conferiscono all’adenocarcinoma la capacità di crescere anche in carenza di ossigeno e nutrienti. Stanno cercando, di capire perché questo tumore sia particolarmente aggressivo e resistente alle terapie.
Il decorso clinico risulta più grave laddove questo ‘interruttore” la proteina fosfolipasi C isoforma gamma, manchi del tutto, rivela lo studio.
Quando si reintroduce la proteina nelle cellule tumorali, invece, si ripristina un adeguato flusso di ioni calcio ai mitocondri. Fondamentale per sensibilizzare le cellule tumorali alla morte. E quindi per bloccarne la proliferazione.
Paolo Pinton si occupa da molti anni dello studio dei mitocondri e del segnale calcio in differenti contesti patologici. “Ci accorgiamo sempre più che i mitocondri e il segnale calcio sono alterati nelle malattie. E il loro malfunzionamento ha un ruolo critico nello sviluppo e mantenimento della malattia. I mitocondri possono diventare bersaglio per nuovi approcci farmacologici per importanti ricadute in ambito clinico”.
“Questo studio è una proficua collaborazione con la mia collega e amica Georgia Konstantinidou. Conosciuta a Dallas presso il Simmons Cancer Center durante il mio periodo all’estero” specifica il professor Rimessi.
E, a proposito delle collaborazioni internazionali, Paolo Pinton aggiunge: “Questa collaborazione rinforza in noi la convinzione che il nostro laboratorio venga visto come riferimento anche all’estero per questo tipo di ricerche. Inoltre, ci riempie di orgoglio vedere una nostra allieva, Chiara Pozzato, formatasi nel mio laboratorio, ora membro attivo del team di ricerca operante in Svizzera, a dimostrazione di come un buon percorso di formazione offra opportunità non solo in Italia ma anche all’estero”.
Il Professor Paolo Pinton conclude ribadendo quanto sia fondamentale il ruolo della ricerca di base. Per disegnare e sviluppare nuove idee terapeutiche. “Nuovi approcci che servono a migliorare la prognosi dei pazienti, per fornire loro una migliore qualità di vita e maggiore probabilità di sopravvivenza”.
https://www.unicaradio.it/2020/11/globuli-bianchi-per-contrastare-cellule-tumorali/