Le preferenze italiane sull’albero di Natale mostrano l’andamento dell’economia familiare
L’albero di Natale vero preso al vivaio, secondo Coldiretti, è stata la scelta per circa 3,5 milioni di famiglie. Quest’anno, tuttavia, si sono ridotte le proporzioni scelte anche per un fatto di economicità.
L’Immacolata, è il giorno tradizionalmente dedicato all’addobbo natalizio. In 15 anni l’abete si è accorciato di 50cm mostrando anche un andamento dell’economia familiare del paese.
I prezzi degli abeti
Secondo le stime di Coldiretti un abete di altezze fino a 150 cm costa intorno ai 60 euro; sopra i 2 metri da 200 euro. Secondo gli ambientalisti sarebbe più appropriato sceglierlo con le radici non recise in modo da poterlo ripiantare se trattato con cura durante le feste natalizie.
L’inesorabile deperimento dell’albero di Natale vero mantenuto in casa, sia di quello denominato “rosso” (Picea excelsa), che dell’abete bianco (Abies alba), è dovuto principalmente alle inadatte condizioni ambientali degli ambienti interni, troppo caldi e secchi per la sopravvivenza dell’abete, tipica delle zone montane fresche, umide e ben illuminate.
La struttura e le caratteristiche dell’albero acquistato, influenzano, e in modo considerevole, il suo futuro destino: se l’esemplare presenta in partenza ottimi requisiti qualitativi (albero con zolla e non a radice nuda, puntale integro e non monco, presenza di fogliame vigoroso e di colore verde intenso) risulterà più facile garantirne la sopravvivenza. Alberi di piccola-media dimensione (130-180 centimetri) forniscono inoltre garanzie di mantenimento migliori rispetto ad abeti di superiore altezza.
Le possibilità di recupero dell’albero dopo Natale dipendono dalle sue condizioni al termine delle festività: se risulta ingiallito più del 40-50% della chioma o si è avuta abbondante caduta di aghi, le possibilità di salvaguardarne l’integrità risultano assai scarse.