L’infertilità maschile si può contrastare tramite l’inoculazione di una particolare proteina, che favorisce la produzione di spermatozoi, direttamente nei testicoli.
Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Mayo Clinic che hanno sperimentato questo nuovo metodo sui topi.
Danni alla barriera emato-testicolare
Questo è possibile quando l’infertilità viene causata dalla mancanza di spermatozoi nel fluido spermatico. Cosa che a sua volta può derivare da danni alla barriera emato-testicolare (BTB). Quest’ultima è una sorta di barriera che protegge le cellule riproduttive dai composti che possono essere tossici. Compresi alcuni farmaci. Proprio una proteina, denominata PIN1, si rivela molto importante per la funzione di questa barriera.
Esperimenti su topi sterili con proteine PIN1 non funzionanti
I ricercatori hanno svolto esperimenti sui topi modificati geneticamente affinché la proteina PIN1 non funzionasse. A seguito della modifica genetica, i topi diventavano sterili, con testicoli molto piccoli, con cellule staminali spermatiche impoverite e con un numero di spermatozoi alquanto basso.
Nel tentativo di fornire direttamente proteine che avessero la stessa funzione della PIN1 nei testicoli i ricercatori hanno sviluppato una procedura nettamente diversa dalle terapie geniche che di solito si utilizzano per trattare l’infertilità maschile.
Iniezioni intra testicolari con nanoparticelle sferiche
Lo scienziato Hyun-Mo Ryoo, insieme ai colleghi, è riuscito a sviluppare un metodo tramite il quale si possono far passare queste proteine attraverso dei complessi tubicini all’interno di testicoli e dunque farle arrivare nelle cellule.
Questo nuovo sistema di rilascio vede l’iniezione di proteine PIN1 all’interno di nanoparticelle sferiche fatti a base di fibroina di seta e rivestite di lipidi. Queste proteine, che non si mostravano tossiche per i testicoli, una volta iniettate in questi ultimi riuscivano a ripristinare i livelli di PIN1 ad un livello pressoché normale. Cosa che riparava la barriera emato-testicolare.
I topi trattati con queste iniezioni nei testicoli tornavano ad avere testicoli con un peso e dimensioni normali. Cinque mesi dopo il trattamento, i topi inizialmente geneticamente modificati e poi trattati con le iniezioni intra testicolari, erano capaci di generare un numero di figli simile a quello dei topi non geneticamente modificati.