Forse il Governo aprirà alla possibilità di spostarsi tra Comuni il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio. Allora sarà possibile limitare le immense perdite previste. Quelle del periodo delle festività per il settore agroalimentare. E per quello della ristorazione. Lo afferma il Codacons. Entrando nel dibattito sulla possibilità che il Premier Conte allarghi le maglie dei divieti a Natale e Capodanno.
“Allo stato attuale i divieti imposti dal Governo durante le feste produrranno una flessione dei consumi alimentari. Quelli legati al Natale e al Capodanno di circa il -10% rispetto al 2019. Con una contrazione della spesa per cibi e bevande. Per complessivi 500 milioni di euro – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Il settore della ristorazione rischia invece di perdere 490 milioni di euro. A causa dell’impossibilità di organizzare i tradizionali pranzi e cenoni delle feste al ristorante”.
“Una eventuale apertura agli spostamenti tra comuni contribuirebbe a ridurre i danni per questi due comparti essenziali per il paese. Considerato che allo stato attuale i divieti imposti dal Governo valgono, solo per agroalimentare e ristorazione quasi 1 miliardo di euro di minori consumi da parte delle famiglie”: conclude Rienzi.
Innegabile è lo scenario di crisi economica a cui l’Italia, in generale, sta assistendo. Gli scenari sono due. Il primo è durissimo ma lascia spazio a una ripresa, che arriverebbe comunque l’anno prossimo. Il secondo è una catastrofe. Il primo ipotizza che l’emergenza del Coronavirus finisca a maggio e dice che, mettendo insieme il 2020 e il 2021, per le imprese italiane verrà bruciato un giro d’affari complessivo di 275 miliardi di euro, rispetto all’evoluzione che era prevedibile fino all’arrivo dell’epidemia.
Le stime del secondo scenario sono ovviamente più drammatiche: mostrano che, se l’emergenza durerà fino a dicembre, si arriverà a una completa chiusura delle frontiere dei mercati europei e il ritorno alla normalità richiederà altri sei mesi, la botta sarà pesantissima.