Sette registe protagoniste di V-art, Festival internazionale Immagine d’Autore.
Al centro dei corti il coming out di un’adolescente lesbica, l’impegno di un giovane medico nella pandemia da Coronavirus. L’importanza dello sport e dell’espressione artistica per un ragazzo disabile. La presenza della fede nella vita di un rabbino intersessuale, il consumismo e il capitalismo. A questi si aggiungono inoltre due lavori di animazione diretti da Mira, storie di artiste e artisti sardi emigrati in Piemonte, ossia Edina Altara, e la stagione della rivista satirica Il Pasquino.
Venerdì 18, in collaborazione con Sardinia Queer Film Expo, consegna del Premio Labor al documentario “Il Caso Braibanti” di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese. I due registi, si legge quindi nella motivazione, hanno raccontato ” con dedizione e coraggio una storia umana e culturale che doveva essere ricordata”. “Il film – sottolinea il direttore artistico del festival, il regista Giovanni Coda – è dedicato al grande artista, intellettuale e scienziato Aldo Braibanti, vittima e protagonista nel ’68 di uno dei più clamorosi casi giudiziari del Novecento, venendo ingiustamente condannato con l’accusa di aver plagiato un ragazzo con il quale viveva una storia d’amore. Con le proprie opere e la propria ricerca Braibanti anticipò i temi dell’avanguardia italiana e l’impegno per la difesa dell’ambiente: motivo in più per riscoprire oggi la sua vicenda”.
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