Regia del radiodramma con Cristina Maccioni è uno dei cinque appuntamenti del progetto radiofonico cagliaritano
Regia del radiodramma è uno dei cinque laboratori in cui è articolato il festival che mette insieme letteratura e voce. ” Dal testo alla voce”: organizzato da Unica Radio, in collaborazione con RadUni, AnginRadio, e Network Indifesa. Finanziato dal Comune di Cagliari, il laboratorio radiofonico ha la finalità di raccontare la città attingendo dal testo appunto, poi espresso attraverso la voce. Nello specifico si affronteranno testi della letteratura sarda resi adattabili alla radio. Cristina Maccioni ci aiuterà a vedere più da vicino l’approccio alla regia di questi radiodrammi. La docente nasce come attrice per il teatro e per il cinema. Lavora però anche in Rai dall’85 al 2016, prima come annunciatrice e poi come programmista regista.
Il fascino della radio prima degli anni sessanta
“Sono una ragazza degli anni 60” -esordisce introducendo la sua lezione- “erano anni in cui la televisione catapultava l’attenzione. Ma prima degli anni sessanta era la radio a tenere le persone attaccate, e la radio aveva un fascino ancora più grande”. Nata nel contesto militare, soltanto dopo si cominciò a capire che poteva essere adatta ad altri utilizzi. Nel 1924 nasce il primo radiodramma: Danger. La BBC lancia questa innovazione e trasmette qualcosa scritta appositamente per la radio. La regia americana si focalizza molto sull’effetto sonoro di un ambientazione scenica che l’ascoltatore non può vedere. E’ una regia ancorata alla realtà. In Italia invece si cura di più l’aspetto teatrale. Esempio di grande successo è ” i quattro moschettieri, radiodramma musicato e con forte seguito “multimediale”.
Tre diversi modi di fare regia del radiodramma
Cristina Maccioni, nel corso del suo incontro fa ascoltare ai suoi allievi tre diversi radiodrammi . Lo scopo è far cogliere loro tre diversi modi di gestire la regia di uno sceneggiato radiofonico. Riprodurre il suono del radiodramma in studio non è semplice. “Woyzeck” è un testo teatrale nato nei primi anni 80 nella sede Rai di Cagliari. Il regista dello spettacolo chiese alla Rai di poterlo fare in Sardegna per raccogliere i suoni reali. Portò gli attori nei luoghi reali dell’ambientazione.
“Martino il giovane” si basa sulla riproduzione di suoni completamente inventati, grazie alla nascita di nuove tecnologie: la ricerca nel suono delle voci e del cambio delle atmosfere. I suoni degli anni 80 derivavano dagli LP. C’era però anche la figura dell’operatore di ripresa che curava soltanto l’audio. Utile per un lavoro radiofonico che volesse ricreare atmosfere, voci, suoni di un dato ambiente.
“Cagliari oh Cara!” fà emergere la differenza tra la musica in LP e quella dal vivo: le scelte musicali e di regia in ogni sceneggiato radiofonico sono sempre figlie di un progetto e di uno stile diverso.
Regia del radiodramma: immaginare l’ambientazione partendo dal testo
Nella parte conclusiva di questo appuntamento Cristina Maccioni, chiede ai suoi allievi di cimentarsi nella lettura di alcuni testi da adattare alla radio. Si comincia da un breve estratto di un capitolo dei Promessi Sposi. Lo sforzo richiesto dall’attrice ai suoi partecipanti, è quello di curare la lettura seguendo la corretta interpretazione del testo. Soprattutto però quello di provare a immaginare la scena nella sua ambientazione, rumori e suoni. Si procede allo stesso modo per il radiodramma ” Danger”. La docente spiega in breve come si è proceduto all’adattamento della regia nei suoi vari aspetti. Si termina con la lettura di una poesia di Mariangela Gualtieri ” Nove marzo duemilaventi”.