In vista del vaccino anti-Covid, il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, non esclude in ottica futura la possibilità di un obbligo. Convinto che “la popolazione richiederà il vaccino e non ci saranno problemi” Sileri, ad ‘Agorà’ su Rai 3, specifica: “Se dopo un anno si sarà vaccinato solo il 30% della popolazione, allora qualche forma di obbligatorietà sarà necessaria, per fermare il virus”.
L’obbligo in caso di mancata vaccinazione volontaria, secondo Sileri, sarà necessario perché: “Non possiamo permetterci che il virus continui a circolare. Se oggi c’è qualche no-vax secondo cui il vaccino non serve dopo 60-70mila morti, mi dispiace per lui”.
La diffidenza verso il vaccino da parte degli italiani indicata dai sondaggi, spiega, è anche legata a ciò: “Se ne parla male. Se se ne parla con i dubbi. Se non vengono usate le parole giuste, questo può far pensare che sia stato fatto male.” In questo modo, la percentuale dei diffidenti si ridurrà.
Sileri, inoltre, sostiene: “Non possiamo permetterci il rischio di ritardi. Il virus potrebbe certo scomparire, ma potrebbe anche mutare rendendo inefficace il vaccino stesso.”
In merito all’immunità guadagnata da chi si è ammalato di Covid-19 ed è guarito, Sileri ammette la difficoltà nell’avere certezze: “Perché il virus è nuovo. Però, chi lo ha avuto ha una sorta di immunità che potrà essere più o meno forte. Quanto poi durerà, non lo sa nessuno ed è per questo che il vaccino andrà fatto anche da coloro che hanno avuto il Covid.”
Infatti, dovrà farlo lo stesso viceministro, che ha contratto il coronavirus e specifica: “Mi vaccinerò quando sarà il mio turno.”